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novembre 15, 2017

L’ipocrisia del sistema calcio sembra un dramma nazionale, ma i drammi sono altri.

Italia eliminata dalla Svezia nello spareggio mondiale: 1-0 per loro a Solna, 0-0 a San Siro. Gigi Buffon, il più grande portiere della storia del calcio, una leggenda vivente, piange davanti alla telecamera RAI annunciando il suo addio alla maglia azzurra.

Niente Russia 2018 per lui, niente record (6 mondiali, sarebbe stato il primo nella storia), niente Italia ai Campionati del Mondo. Strano, ma vero. Sarà così. Una sorpresa anche per i giornali esteri, che titolano sul ‘mondiale zoppo’ prendendoci in giro. Ci sta.

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Sembra un dramma nazionale, ma i drammi sono altri. C’è delusione, si prova vergogna, ma la battaglia è stata leale. Dura, ma leale. Hanno vinto gli altri perché hanno fatto gol. Ora tutti a cercare il colpevole, a puntare il dito, tutti che accusano Ventura, Tavecchio, il sistema calcio, gli stranieri, ma non una parola sui giocatori. Eppure in campo ci sono andati loro, contro gli svedesi hanno perso loro. Non sono eroi quando vincono, non sono vittime quando perdono. Nello sport si vince e si perde e bisogna accettarlo.
Ma il colmo dell’ipocrisia il ‘sistema calcio’ lo tocca nella vicenda Pochesci.

Ora vi spiego. Parliamo di un sistema che, attualmente, non decide, parla solo di soldi, quelli dei diritti TV (che spende prima di incassare), ha la Lega di serie A commissariata, la Lega di serie B commissariata, è pieno di debiti, le società mugugnano per dare gli atleti alle nazionali, comandano i procuratori di calciatori che si arricchiscono in maniera indecente giocando sulla vanità di chi ci mette i soldi. Visione d’insieme: zero.

Però Pochesci rischia il deferimento per slealtà sportiva. Ci rendiamo conto?

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Ecco i fatti. Sandro Pochesci, 54enne romano, allenatore della Ternana, a margine della gara della sua squadra con il Novara (1-1), domenica pomeriggio, interpellato sulla Nazionale dopo la sconfitta in Svezia e prima della sfida di San Siro, ha risposto così:

“…Oltre ad avere perso contro una squadra di profughi, ci siamo fatti pure menare. Ma che siamo diventati tutti ‘pariolini’? Il calcio italiano è finito. Ecco cosa accade a portare tutti questi stranieri in Italia: non c’è più un italiano che mena…. Non siamo più l’Italia di una volta, quella che vinceva e, se necessario menava pure… Tutti pensano a impostare e nessuno a marcare l’avversario. L’ho detto anche a Coverciano (corso allenatori, ndr), mi hanno risposto che si faceva 40 anni fa…. Una volta l’Italia menava e vinceva, adesso ci menano e piangiamo… A portare tutti questi stranieri in Italia è successo questo, non c’è più un italiano che mena…. ogni mese esce fuori un oriundo nuovo. Ma andassero a prendere gli italiani nei campionati inferiori e gli dessero l’opportunità della vita!…”.

Si può condividere o meno il pensiero di Pochesci, in tutto o in parte, però la realtà è che, il giorno dopo, il tecnico della Ternana è stato ‘consigliato’ di correggere il tiro, di fare retromarcia, e lui lo ha fatto ‘chiedendo scusa per aver parlato da tifoso’.

Eppure ha detto cose che, OGGI, dicono tutti: critici, commentatori, analisti, tifosi scatenati sui social network. Eppure Sandro Pochesci, in quanto tesserato, rischia il deferimento, o addirittura la squalifica, per ‘slealtà sportiva’.

Il sistema calcio lo punisce. E l’Italia non va al Mondiale. La forma è salva.

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fonte: Di Alessandria

novembre 14, 2017

Il controllo dei media y la nascita della propaganda come sistema per ammansire il gregge.
Lippmann ha supportato questa idea con una elaborata teoria della democrazia progressista.

A suo parere, in una democrazia sana ci sono cittadini di diverse classi.

La prima, che deve avere un ruolo attivo nella conduzione degli affari generali, è la classe specializzata, costituita da persone che analizzano, eseguono, prendono decisioni e gestiscono il sistema politico, economico e ideologico.

Naturalmente si tratta di una minoranza esigua, ma chi sostiene tali teorie ne fa sempre parte e si pone il problema di che cosa fare per gli altri, quelli che sono al di fuori del gruppo, cioè la maggioranza della popolazione, definita da Lippmann "il gregge smarrito": dobbiamo guardarci "dallo scalpitio e dai belati del gregge smarrito".

Il controllo dei media y la nascita della propaganda.

Dunque in una democrazia ci sono due "funzioni": quella dirigenziale, svolta dalla classe specializzata, dagli uomini responsabili, che pensano, pianificano e comprendono gli interessi comuni, e quella svolta dal gregge smarrito, la funzione dello "spettatore", di colui che non partecipa all'azione. 

Anzi, poiché viviamo in una democrazia, le funzioni della maggioranza sono molteplici: di tanto in tanto le è concesso di dare il suo appoggio a uno o all'altro dei membri della classe specializzata, di dire: "Vogliamo che sia questo il nostro capo", oppure "Vogliamo che sia quello". Dal momento che il nostro non è uno stato totalitario, ci sono le elezioni. 
Ma, una volta che ha dato appoggio all'uno o all'altro membro della classe specializzata, la maggioranza deve farsi da parte e diventare spettatore dell'azione, rinunciando alla partecipazione. 

Questo è ciò che accade in una democrazia che funziona a dovere.

Il popolo è troppo stupido per capire.

Dietro a tutto ciò vi è una logica, addirittura un assunto morale imprescindibile, ed è il seguente: il popolo è troppo stupido per capire; se cerca di partecipare alla gestione dei propri interessi, combinerà senz'altro guai; di conseguenza sarebbe immorale e ingiusto consentirgli di farlo.   Dobbiamo ammansire il gregge smarrito, impedirgli di aggirarsi scalpitante e selvaggio, e di distruggere tutto. E la stessa logica che vieta di lasciare che un bambino di tre anni attraversi da solo la strada: non gli si concede questo tipo di libertà perché non è capace di usarla.

Quindi dobbiamo trovare un sistema per ammansire il gregge, e questo sistema rappresenta una rivoluzione nell'arte della democrazia: la costruzione del consenso. I media, la scuola e la cultura popolare devono essere tenuti separati: alla classe politica e a chi gestisce il potere devono garantire un certo senso della realtà (non eccessivo), ma anche trasmettere le giuste convinzioni. 
Il controllo dei media y la nascita della propaganda come sistema per ammansire il gregge. Twitta
A questo proposito esiste un tacito presupposto (e anche gli uomini responsabili devono scoprirlo da soli) sul modo di raggiungere la posizione che conferisce l'autorità decisionale: il solo modo, naturalmente, è servire chi detiene il potere reale, un gruppo molto ristretto di persone. 

Se un membro della classe specializzata si fa avanti e dichiara: "Sono in grado di servire i vostri interessi" entra per certo a far parte del gruppo decisionale. Ma affinché questo sia possibile deve avere interiorizzato le dottrine e le ideologie che serviranno gli interessi del potere privato. Se quest'uomo non ha tale capacità, non entrerà a fare parte della classe specializzata. Dunque c'è un sistema scolastico destinato agli

"uomini responsabili", che dovranno essere profondamente indottrinati sui valori e sugli interessi del potere privato e del legame tra stato e affari che lo sostiene. Così si diventa membri della classe specializzata. 


Il resto della popolazione dev'essere principalmente distratto. 

Bisogna sviarne l'attenzione, distoglierlo dai guai, assicurarsi che rimanga il più possibile spettatore dell'azione, permettendogli di tanto in tanto di appoggiare l'uno o l'altro dei veri leader tra cui gli è consentito scegliere.

Questa teoria è stata ripresa e sviluppata da molti altri, ed è in realtà piuttosto convenzionale.

Reinhold Niebuhr, per esempio, autorevole teologo ed esperto di politica estera, chiamato anche "il teologo dell'establishment", guru di George Kennan e degli intellettuali kennedyani, ha avanzato l'ipotesi che la razionalità sia una qualità posseduta da pochi. La maggior parte delle persone è guidata soltanto dall'emozione e dall'impulso. Chi di noi è dotato di razionalità deve creare "illusioni necessarie" e "ipersemplificazioni" di forte impatto emotivo per tenere sotto controllo gli ingenui e gli sciocchi. 

Questa idea è diventata parte sostanziale della dottrina politica contemporanea. Negli anni venti e nei primi anni trenta Harold Lasswell, fondatore del moderno campo delle comunicazioni e uno dei più importanti teorici politici statunitensi, spiegava che non dobbiamo soccombere al "dogmatismo democratico secondo cui gli uomini sono i migliori giudici dei propri interessi", perché è infondato. 

Noi siamo i migliori giudici degli interessi pubblici.


Quindi, per questione di ordinaria moralità, dobbiamo assicurarci che questi uomini privi di giudizio non abbiano l'opportunità di agire. In quelli che oggi sono chiamati stati totalitari o regimi militari, è facile: basta impugnare il manganello e colpire chi esce dai ranghi. 

Ma quando la società è più libera e democratica occorre rinunciare a questa opportunità e adottare le tecniche della propaganda. La logica è chiara: la propaganda è per la democrazia quello che il randello è per lo stato totalitario. E una cosa buona e giusta perché, come sappiamo, gli interessi comuni sfuggono al gregge smarrito, che non riesce nemmeno a immaginarli.


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