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novembre 28, 2016

La Monsanto mette il suo zampino di morte anche alle Hawaii.

La Monsanto sta distruggendo un vero e proprio paradiso, rappresentato dall’isola di Molokai, la quinta isola dell’arcipelago della Hawaii in termini di dimensioni. Scarsamente popolata è soprannominata l’isola amichevole, ed è una delle meno sviluppate, ma vanta comunque tra le più alte scogliere al mondo, raggiungendo 1005 metri sopra il livello dell’Oceano Pacifico.

Visto il carattere amichevole dei suoi abitanti, la Monsanto si è voluta approfittare di loro e, come sempre accade in questi casi, promettendo felicità e prosperità ai suoi abitanti, facendo divenire questa isola un laboratorio dove gli abitanti sono trattati come topi da laboratorio, un’isola che, con le sue cascate e le foreste pluviali lussureggianti è da considerarsi una vera e propria perla.
monsanto-Molokai
La Monsanto ha messo in piedi una vera e propria boutique, circondata da recinzioni che non ammettono intrusioni, visto che quasi 2000 ettari di terreno vengono utilizzati per la coltivazione del mais transgenico, sul quale viene spruzzata la tossina Bt, creata per permettere agli agricoltori di lottare contro i parassiti senza utilizzare troppi pesticidi, magari condensando in pochi prodotti l’effetto nocivo desiderato.
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I lavoratori della Monsanto, per fare queste sperimentazioni, hanno a disposizione indumenti protettivi dalla testa ai piedi, con l’ausilio di un respiratore, mentre, gli altri abitanti residenti nelle zone limitrofe, non posseggono queste protezioni, “ciucciandosi” le polveri tossiche. Come sempre la Monsanto si difende asserendo che tutto questo non genera alcun danno a cose o persone, ma allora perchè si bardano di tutto punto?

Gli abitanti dell’isola non sono d’accordo, e hanno un punto totalmente diverso della questione, verificando che è simile a quello delle popolazioni dell’India o dell’Argentina, tanto per fare un esempio, popolazioni che hanno subito a loro volta l’aggressione della Monsanto e del suo glisofato altamente tossico. Non basta l’evidenza dei fatti, visto che il popolo dei Molokai accusa sempre di più malattie come diabete, asma e il cancro… eppure si continua, da parte della Monsanto, a volgere lo sguardo e soprattutto il cuore, da un’altra parte.

Un prodotto a base di glisofato è il ben noto Roundup, contenente anche il polyethoxylated tallowamine, o POEA , il quale produce vari effetti nocivi. I lavoratori agricoli, se si strofinano gli occhi, li avranno gonfi, palpebre comprese, inoltre, con la respirazione, un aumento della frequenza cardiaca e della pressione.
monsanto.Onda Maui
Altri effetti riscontrati sono: vomito, diarrea, emolisi (distruzione dei globuli rossi), alterazione dello stasto mentale ed edema polmonare. L’ingestione, inoltre, può causare faringite, dolori addominali e al fegato, danni renali, erosioni esofagee e altro ancora. Inoltre, viene influenzato lo sviluppo dei feti, danneggiate le cellule e perturbato il sistema ormonale, visto che il POEA contiene diossina.

I politici si rifiutano di ascoltare, conniventi come sono con le multinazionali come la Monsanto, svendendo la salute dei propri cittadini per un piatto di lenticchie. Questi non sono umani ma alieni, i quali devono modificare l’habitat di questo pianeta per renderlo ospitale alle loro necessità. Sarà fantascienza, ma un virus con la cellula si comporta proprio in questa maniera, e questi personaggi alieni a questa umanità sono un virus che cerca di implementarsi avendo necessità che la vita come la conosciamo venga distrutta.

Cerchiamo di rimanere portatori sani di umanità, queste forze aliene non hanno nulla da insegnarci, e tutto quello che ci vogliono propinare se lo riprendano e vadano a “giocare” da un’altra parte… rimaniamo umani che è meglio.
monsanto
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1 commento:

  1. Vorrei provare anch'io a coltivarmi qualcosa: conoscete qualche sito dove sia possibile reperire sementi sicure, non modificate, tradizionali, magari da custodire come tesoro per la sopravvivenza e l'autosufficienza in vista dell' imminente Armageddon . ( Lorsignori lo hanno già fatto nell'arcipelago delle Svallbard...)

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