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aprile 16, 2016

Dal formidabile mondo alpino ai paesaggi da sogno dell’italia meridionale.
Le regioni sono, assieme ai comuni, alle province, alle città metropolitane e allo stato centrale, uno dei cinque elementi costitutivi della Repubblica Italiana.

Ogni regione è un ente territoriale con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione della Repubblica Italiana, come stabilito dall'art. 114, II comma della carta costituzionale.

Le regioni, secondo quanto indicato dall'art. 131 Cost., sono venti. Cinque di queste sono dotate di uno statuto speciale di autonomia ed una di queste (il Trentino-Alto Adige), è costituita dalle uniche due province autonome, dotate cioè di poteri legislativi analoghi a quelli delle regioni, dell'ordinamento italiano (Trento e Bolzano).
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Nel rispetto delle minoranze linguistiche, il Trentino-Alto Adige e la Valle d'Aosta sono riportati con le denominazioni bilingui Trentino-Alto Adige/Südtirol e Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste all'art. 116, come modificato nel 2001.
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Non importa che tipo di viaggio si organizza – in Italia e nelle caleidoscopiche regioni italiane ognuno troverà ciò che più gli piace: il formidabile mondo alpino dell´Alto-Adige, le ottime aree sciistiche nella Valle d´Aosta o le bellissime città storiche dell´Italia settentrionale nella Toscana, Lombardia o nel Veneto. Poi ovviamente le attrazioni e l´incantesimo della capitale italiana Roma e delle sue attrazioni nei dintorni.
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Poi non dobbiamo dimenticare l´Italia meridionale che è altrettanto affascinante quanto l´Italia settentrionale, anche se magari meno conosciuta all´estero: La Puglia, Calabria e Basilicata offrono dei paesaggi e dei luoghi da sogno e anche le isole Sicilia e Sardegna appartengono alle destinazioni da non perdere in Italia. 20 regioni e 20 destinazioni di vacanza meravigliose che non devono assolutamente mancare nella vostra lista dei luoghi degni d´esser visti.

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aprile 15, 2016

L'allungamento delle aspettative di vita mette a rischio i bilanci degli stati più sviluppati.

Il Fmi arriva a questa affermazione quando prova a spiegare che “nessun asset può essere considerato veramente sicuro”.

Che rapporto c’è tra investimenti finanziari e vecchiaia delle popolazioni? Quello tra affidabilità dei titoli di stato e, appunto, spesa pubblica dedicata agli istituti del welfare (pensioni, sanità, assistenza, istruzione). Silenzio assoluto, per esempio, sulla spesa militare.

Di recente le principali agenzie di rating (tutte statunitensi) hanno deciso un downgrade di titoli fin qui considerati sicuri, “virtualmente privi di rischio”, come i Bund tedeschi o i Treasury americani. Beni rifugio per eccellenza.

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Si comprende facilmente che questi downgrade hanno seriamente preoccupato gli “investitori professionali” (fondi speculativi, fondi pensione, risparmio gestito, hedge fund, ecc), che stanno dirottando altrove i propri investimenti o sono in procinto di farlo. Con ovvie e serissime conseguenze sulla stabilità degli stessi mercati finanzairi e conseguentemente anche per i bilanci stessi degli stati (quando cala l’affidabilità di un titolo, il prezzo scende; e di conseguenza sale il rendimento, ossia gli interessi che uno Stato deve pagare).

Il Fmi sottolinea inoltre che “l’offerta di asset sicuri è diminuita di pari passo alla capacità del settore pubblico e privato di produrre asset di questo tipo”. E la causa principale è individuata nella longevità “eccessiva” delle relative popolazioni. “Se l’aspettativa di vita media crescesse di tre anni più di quanto atteso ora entro il 2050, i costi potrebbero aumentare di un ulteriore 50%.

Il rischio è considerato “notevole” sia per quanto riguarda la sostenibilità fiscale (potrebbe fare aumentare il rapporto debito/pil), sia sul fronte della solvibilità di istituti finanziari e fondi pensione. Queste dinamiche “potrebbero avere un ampio effetto negativo su settori pubblici e privati già indeboliti, rendendoli più vulnerabili ad altri shock e potenzialmente minando la stabilità finanziaria”. Il che, evidentemente, potrebbe “complicare gli sforzi fatti in risposta alle attuali difficoltà fiscali”. Quindi, ciò che serve secondo il FMI, è “una combinazione di aumento dell’età pensionabile di pari passo con l’aumento dell’aspettativa di vita, più alti contributi pensionistici e una riduzione dei benefit da pagare“.

Quello che non è detto esplicitamente dal Fmi è che questa longevità va ridotta (è “desiderabile, ma costosa”) per aiutare gli “investitori professionali” a trovare degli asset più affidabili.

Sul fatto che la maggiore longevità comporti costi maggiori non ci può essere dubbio. Oltre una certa età un essere umano non ouò e non deve essere obbligato a lavorare, quindi la collettività si deve assumere l’onere del suo mantenimento in vita in condizioni dignitose (nulla di straordinario, è previsto anche dalla Costituzione). La questione non riguarda insomma se la longevità sia un costo o no, ma esclusivamente quale parte della società devono pagare questo costo. Per il Fmi lo devono pagare soltanto i lavoratori dipendenti (“più alti contributi pensionistici“) e i pensionati stessi (“più alti contributi pensionistici“, ossia pensioni ancora più basse). E se neanche questo basta – e non può bastare, se dal pagamento del prezzo vengono esentati gli “investitori professionali” e tutte le classi dirigenti di ogni ordine e grado – allora non resta che tagliare drasticamente tutti gli istituti di welfare che hanno fin qui sostenuto l’allungamento delle aspettative di vita.

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aprile 14, 2016

Acquisti in rete? Ecco come fare per evitare la truffa.
La crescita dell’e-commerce in Italia continua, nel 2015 sono stati superati i 16miliardi di euro con un incremento in valore del 16% rispetto al 2014, pari a oltre 2,2 miliardi di euro, anche se rimaniamo ancora lontani dai principali mercati occidentali, dove la diffusione del commercio online è molto più ampia.

I consumatori abituali, che effettuano almeno un acquisto al mese in rete, sono più di 11 milioni, mentre più del 35% dei consumatori effettua almeno un acquisto online nell’arco di tre mesi.

E’ innegabile che l’e-commerce presenti molte opportunità di acquisto al risparmio per il consumatore, ma occorre conoscere le principali regole di sicurezza per evitare di subire truffe online.

Come possiamo evitarlo? Quali sono le regole da seguire per evitare di subire truffe sul web?
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Ecco alcuni consigli da seguire:

L’informativa precontrattuale. Prima di essere vincolati da un contratto a distanza, avete diritto a ricevere una dettagliata informativa precontrattuale, chiara e comprensibile. L’informativa deve prevedere una serie di specificazioni importanti. Dalle caratteristiche dei beni e servizi che si sta per acquistare, alle informazioni anagrafiche e geografiche del venditore. Dalla informazioni sul diritto di recesso alle specifiche modalità di pagamento.

I metodi di pagamento: potete effettuare acquisti online con vari metodi di pagamento. I metodi più sicuri sono ancora oggi le carte prepagate e il contrassegno, mentre sarebbe preferibile non utilizzare metodi, come i bonifici, che non permettono di essere bloccati o contestati. Non tutti i negozi virtuali accettano tutte le tipologie di pagamento. Tuttavia molti, se non tutti, accettano il pagamento tramite prepagate. Un altro metodo che garantisce un certa tranquillità è il pagamento tramite PayPal, che permette di effettuare transazioni senza condividere i dati con il destinatario finale del pagamento.

Ricordate, inoltre, che non bisogna mai condividere PIN e password. Per gli acquisti online, non vengono richiesti dati personali come la password, il PIN o altre credenziali di accesso al proprio conto corrente. Per cui, se vi vengono chiesti, diffidate del sito e non effettuate acquisti.

E’ inoltre vietato applicare maggiorazioni sulle tariffe applicate nel caso in cui l’acquirente scelga di non pagare in contanti ma attraverso carte di credito, di debito e forme di pagamento elettroniche. Analogo divieto nel caso in cui esista una tariffa telefonica su linee dedicate messe a disposizione del consumatore dal venditore, nelle vendite dirette e a distanza.

La verifica dei dati del venditore. Verificate che sul sito siano presenti tutti i dati che permettono di identificare il venditore. Ad esempio, è possibile cercare tutte le informazioni sul sito tramite il database WHOIS (www.whois.net). E’ consigliabile fare anche una ricerca sul nominativo del titolare del sito tramite siti, blog o forum online dedicati agli acquisti online, per capire se in qualche occasione si è comportato in modo truffaldino.
Questo è uno strumento utilizzato soprattutto sulle piattaforme di vendita come Amazon o E-Bay, dove i feedback sono la chiave di lettura dell’onestà e della sicurezza che fornisce il venditore.

Il diritto di recesso: la recente normativa europea entrata in vigore lo scorso anno ha aumentato a 14 giorni il termine per ripensare all’acquisto effettuato online e decidere di recedere dal contratto, attraverso una procedura più semplice grazie all’utilizzo di un modulo tipo.

La protezione dati pagamento: è sempre bene verificare che il sito garantisca un’adeguata protezione dei dati al momento del pagamento. Al momento del pagamento il sito dovrebbe presentare un sistema di protezione della trasmissione dei dati SSL (Socket Secure Lock). Lo si può riconoscere se sul sito è presente, di solito nella parte bassa dello schermo, un lucchetto chiuso. La presenza di un lucchetto aperto indica che il sito non è sicuro e la transazione non è adeguatamente protetta. In questo caso evitate di portare a termine l’acquisto.

La conservazione della documentazione: per aumentare il livello di sicurezza, soprattutto in caso di contestazioni seguenti l’acquisto, conservate con cura almeno una copia degli ordini effettuati e di tutte le comunicazioni intercorse. Stampate sempre la pagina e/o la e-mail di conferma dell’acquisto. Se la transazione si interrompe e non si ha la certezza dell’esito, inviate una lettera raccomandata al venditore e per conoscenza alla vostra banca e alla società emittente la carta di credito, segnalando che l’acquisto non è stato effettuato e quindi che non si deve procedere all’addebito

La protezione dati personali: online non solo si può correre il rischio di subire una truffa economica, ma anche di vedere “rubati” i propri dati personali. E’ quindi fondamentale, al fine di prevenire tale opportunità, non fornire mai i dati personali né indirizzi e numeri di telefono, se inutili ai fini dell’esecuzione del contratto. Se il venditore esige il conferimento di questi dati, non procedere all’acquisto.

La consegna: è opportuno che, al momento della consegna della merce, ne verificate tempestivamente l’integrità. Qualora il pacco appaia visibilmente danneggiato è opportuno che il consumatore rifiuti la consegna o lo accetti con riserva sulla bolla di consegna. Se non lo fa perde il diritto di sostituzione del bene o di risarcimento del danno da trasporto. Nel caso in cui i pacchi siano integri esternamente e quindi la merce sarà controllata in un secondo momento, è sempre opportuno accettare la merce con riserva e scrivere sulla bolla di consegna “accetta con riserva”.

L’assicurzione degli acquisti: scegliete sempre una spedizione tracciabile e assicurata. Il costo, di solito, è di poco superiore, ma permette di sapere in modo certo e tempestivo dove si trova l’oggetto comprato.

In caso di truffa: inoltrate un reclamo al rivenditore e procedete poi con una denuncia alla polizia postale; nel caso incappiate nell’acquisto di beni contraffatti, sarà opportuno procedere con una segnalazione alla Guardia di finanza competente in materia; è sempre opportuno segnalare la pratica commerciale scorretta anche all’Antitrust.

Ultimo consiglio…Condividi l’esperienza: in caso di disavventure, raccontate la vostra storia su blog e social network e scrivete alle riviste specializzate, così da evitare che possa accadere ad altri. Voi non vi sarete salvati ma qualcuno potrebbe farcela!

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aprile 13, 2016

Il Cannocchiale Galileiano.
Forse nessuno ci ha mai fatto caso, ma l'idea di utilizzare una lente negativa per ingrandire è vecchia di 400 anni.
 
Galileo Galilei (1564-1642) aveva sentito parlare di uno strano congegno brevettato in Olanda nel 1608 dal fabbricante di occhiali Haus Lippershey (o forse da Zaccaria Jansen, suo compagno di lavoro) che permetteva di mostrare vicini gli oggetti lontani. Lo scienziato pisano, pur non conoscendone la costituzione, riuscì a ricostruirlo sulla base di una serie di ragionamenti che ci sono stati conservati nelle sue opere e fu tra i primi a puntarlo sul firmamento, dedicandosi sistematicamente allo studio degli astri.

Il cannocchiale galileiano era concettualmente molto semplice: l'obbiettivo era costituito da una singola lente convergente, mentre l'oculare era ancora una lente singola, ma divergente (che per definizione si definisce negativa), contrariamente alla soluzione kepleriana che ne prevedeva una positiva. La lente oculare andava in questo modo collocata prima del fuoco, ossia verso l'obbiettivo (si veda lo schema qui sotto).
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Anche in questo caso, come in tutte le configurazioni afocali, il fascio luminoso emergente dall'oculare doveva risultare parallelo, di modo da essere successivamente focalizzato dall'occhio. Tuttavia non è facile determinare il fuoco virtuale di una lente negativa, in quando le immagini prodotte, anch'esse virtuali, non si possono raccogliere su uno schermo. Se si conosce il potere diottrico della lente — che in questo caso sarà ovviamente negativo — è sufficiente farne l'inverso: se, per ipotesi, la lente ha -20 diottrie, la sua focale, in valore assoluto, è pari a 1/20 di metro, vale a dire 5 cm; in questo caso sarà quindi sufficiente sistemare la lente a 5 cm dal fuoco dell'obbiettivo. Se non si conosce il potere diottrico bisognerà procedere per tentativi, allontanando e avvicinando l'oculare all'obbiettivo e, nello stesso tempo, controllando la macchia luminosa che si produce su uno schermo bianco posto dietro il cannocchiale: quando viene raggiunta la condizione telescopica, la macchia luminosa, più o meno del diametro della lente oculare, non muta dimensioni spostando lo schermo avanti e indietro.

Il principale vantaggio di questo telescopio — che si potrebbe benissimo perfezionare sostituendo alle lenti singole dei doppietti acromatici di focale equivalente — è abbastanza immediato: trovandosi l'oculare prima del fuoco lo strumento risulta più compatto rispetto agli altri casi. Altro vantaggio è che l'immagine, essendo virtuale, è automaticamente dritta e per un impiego terrestre non occorrerebbero prismi raddrizzatori da inserire nel cammino ottico. Purtroppo, però, gli svantaggi non sono pochi:

• gli ingrandimenti ottenibili sono limitati e quindi non consentono osservazioni interessanti sui pianeti o sulle stelle doppie (i migliori cannocchiali costruiti da Galileo arrivavano sì no a 30x);

• non è possibile utilizzare in alcun modo un reticolo. Questo era già un inconveniente coi vecchi oculari Huygens o HM, come abbiamo visto, con la differenza, però, che con questi ultimi si potrebbe inserire un crocicchio tra le 2 lenti, se uno ha la pazienza di smontarle e rimontarle ogni volta; col galileiano invece sarebbe impossibile, perché il piano focale di fatto non esiste;
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• la pupilla d'uscita cade all'interno dello strumento: essa è l'immagine (virtuale) dell'obbiettivo data dall'oculare e la si può vedere guardando entro quest'ultimo da una certa distanza; non è quindi possibile porre l'occhio in coincidenza con essa e per potersi avvicinare a tale condizione, se non si vuole avere un campo di veduta ridottissimo, bisogna letteralmente "incollare" l'occhio all'oculare.

• se pensate di diaframmare l'obbiettivo, per limitare l'ingresso di luce, come nella osservazione solare, o per ridurre eventuali aberrazioni residue, in realtà diaframmerete anche il campo visivo, già di per sé molto piccolo.
Tuttavia, questa insolita configurazione non è scomparsa al giorno d'oggi, perché è ancora sfruttata nei piccoli binocoli da teatro; per quanto siano spesso curati nell'estetica con meticolosità certosina e utilizzati come accessorio di classe dalle dame impellicciate che si recano all'opera, dal punto di vista astronomico sono poco più che dei giocattoli. Danno al massimo 3 o 4 ingrandimenti e sono scomodi da usare; se desiderate un binocolo tascabile è dunque meglio ripiegare su un compatto 8x20 o 10x25 coi prismi a tetto (e che potrete tranquillamente utilizzare anche a teatro).
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