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agosto 28, 2012

INPS: banca dati per l’occupazione dei giovani genitori.
inpsE’ stata istituita presso l’Inps la “Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori”, prevista dal Decreto del Ministro della Gioventù del 19 novembre 2010 (pubblicato in G.U. il 27 dicembre 2010) cui possono iscriversi i giovani genitori di figli minori, in cerca di un occupazione stabile, che non abbiano un’età superiore a 35 anni compiuti.

La banca dati è finalizzata a consentire l’erogazione di un incentivo di 5.000 euro in favore delle imprese private e delle società cooperative che provvedano ad assumere a tempo indeterminato le persone iscritte alla banca dati stessa.
La circolare n.115 del 5 settembre 2011 illustra le modalità d’iscrizione alla banca dati e le varie operazioni che possono essere effettuate successivamente all’iscrizione. Per autenticarsi è necessario disporre del Codice di identificazione personale (cosiddetto PIN), rilasciato dall’Istituto.
OGGETTO:    
Istituzione della “Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori” prevista dal Decreto del Ministro della Gioventù del 19 novembre 2010 (pubblicato in G.U. 27 dicembre 2010) ed incentivo per la loro assunzione.
SOMMARIO:    

E’ stata istituita presso l’INPS la “Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori”, cui possono iscriversi i giovani genitori di figli minori, in cerca di un occupazione stabile. La banca dati è finalizzata a consentire l’erogazione di un incentivo di € 5.000 in favore delle imprese  private e delle società cooperative che provvedano ad assumere a tempo indeterminato le persone iscritte alla banca dati stessa.
Premessa

L’articolo 1, commi 72 e 73, della legge 24 dicembre 2007, n. 247 - così come modificato da ultimo dalla legge 23 dicembre 2009 n. 191 - ha istituito, presso il Dipartimento della gioventù della Presidenza del Consiglio dei ministri, il Fondo di sostegno per l’occupazione e l’imprenditoria giovanile.
A valere sulla complessiva dotazione del Fondo citato, il Ministro della Gioventù - con Decreto del 19 novembre 2010, pubblicato nella G.U. 27 dicembre 2010, n. 301  (allegato n. 1) – ha stanziato l’importo di € 51.000.000, per la realizzazione di  interventi  in favore dell’occupazione di persone di età non superiore a trentacinque anni e con figli minori.
Il decreto prevede la creazione di una banca dati che raccolga i nominativi dei giovani genitori; la banca dati  è alimentata su iniziativa dei singoli lavoratori interessati ed è finalizzata a consentire l’erogazione di un incentivo di €5.000 infavore delle imprese  private e delle società cooperative che provvedano ad assumere  - con un contratto a tempo indeterminato, anche parziale - le persone iscritte alla banca dati stessa.
In conformità a quanto previsto dall’articolo  3 del decreto, il 30 maggio 2011 il Dipartimento della Gioventù ha stipulato con l’Istituto nazionale della previdenza sociale una Convenzione finalizzata alla gestione della banca dati e dell’incentivo all’assunzione (allegato n. 2).
Si illustrano di seguito le istruzioni per l’iscrizione nella banca dati e per il godimento dell’incentivo all’assunzione delle persone ad essa iscritte; le  istruzioni sono state redatte in conformità della normativa citata, della Convenzione del 30 maggio 2011 e della nota del 24 giugno 2011, con cui il Dipartimento della Gioventù ha espresso all’Istituto i criteri interpretativi in ordine alle modalità di attuazione del decreto del  19 novembre 2010.
I soggetti aventi diritto potranno iscriversi alla banca dati a decorrere dalla data di pubblicazione di apposito avviso sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
giovani genitori

1.      Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori
 
1.1    Requisiti per l’iscrizione alla Banca dati

Possono iscriversi alla banca dati coloro che possiedano, alla data di presentazione della domanda, congiuntamente i seguenti requisiti:
    età non superiore a 35 anni (da intendersi fino al giorno precedente il compimento del trentaseiesimo anno di età);
    essere genitori di figli minori - legittimi, naturali o adottivi - ovvero affidatari di minori;
    essere titolari di uno dei seguenti rapporti di lavoro:

-      lavoro subordinato a tempo determinato
-      lavoro in somministrazione
-      lavoro intermittente
-      lavoro ripartito
-      contratto di inserimento
-      collaborazione a progetto o occasionale
-      lavoro accessorio
-      collaborazione coordinata e continuativa.
In alternativa al requisito di cui al punto c), la domanda d’iscrizione può essere presentata anche da  una persona cessata da uno dei rapporti indicati; in tal caso è richiesto l’ulteriore requisito della registrazione dello stato di disoccupazione presso un Centro per l’Impiego.
L’iscrizione alla banca dati consente all’Inps di riconoscere l’importo di €5.000, incaso di assunzione con un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, anche parziale.
I requisiti anagrafici e lavorativi indicati devono essere conservati per il mantenimento dell’iscrizione nella banca dati; le principali vicende che determinano la cancellazione del soggetto già iscritto sono le seguenti:
    compimento di 36 anni d’età del soggetto iscritto;
    raggiungimento della maggiore età di tutti i minori;
    cessazione dell’affidamento del minore;
    assunzione a tempo indeterminato (pieno o parziale).

In caso di superamento del limite d’età del soggetto iscritto o dei minori (punti 1 e 2) ovvero di assunzione a tempo indeterminato (punto 4) si verifica la cancellazione automatica dalla banca dati; invece, in caso di cessazione dell’affidamento (punto 3), grava sull’interessato l’obbligo di procedere alla cancellazione.
Il soggetto cancellato dalla banca dati può ripresentare una nuova domanda di iscrizione, nell’eventualità in cui si verifichino nuovamente le condizioni di iscrizione.
 
1.2    Procedimento di iscrizione alla Banca dati

L’iscrizione alla banca dati si effettua accedendo alla sezione dei servizi al cittadino del sito internet dell’INPS www.inps.it, seguendo il seguente percorso:
“al servizio del cittadino” > “autenticazione con PIN” > “fascicolo previdenziale del cittadino” > “comunicazioni telematiche” > “invio comunicazioni” > “iscrizione banca dati giovani genitori”.
Selezionando l’ultima voce apparirà il modulo – da compilarsi on line – per redigere la domanda di iscrizione.
Per autenticarsi è necessario disporre del Codice di identificazione personale (cosiddetto PIN), rilasciato dall’Istituto; se l’utente non è già in possesso del PIN, potrà richiederlo all’Istituto seguendo le indicazioni disponibili presso il sito www.inps.it o contattando il numero verde 803.164; mediante lo stesso PIN l’utente potrà iscriversi alla Banca dati dei giovani genitori  e fruire degli altri principali servizi telematici offerti dall’Istituto al cittadino.
L’accesso alla banca dati può altresì essere effettuato collegandosi al sito del Dipartimento della Gioventù  www.gioventu.gov.it, sempre previa autenticazione con il PIN rilasciato dall’INPS.
All’esito positivo della procedura di compilazione della domanda, il sistema informatico rilascia un attestato di iscrizione, il cui iniziale numero di protocollo costituisce  il “Codice identificativo univoco” (“CIU”) dell’iscrizione; l’attestato indica la data di scadenza dell’iscrizione, collegata al venir meno di uno dei requisiti anagrafici (compimento di 36 anni di età del richiedente o raggiungimento della maggiore età dei minori) previsti per l’erogazione del beneficio.
Il Codice identificativo univoco (CIU), rilasciato al termine della procedura di iscrizione alla banca dati, consente al soggetto di accedere in ogni momento alla domanda acquisita, al fine di comunicare eventuali variazioni incidenti sulla scadenza di validità (es: nascita nuovo figlio) ovvero allo scopo di cancellare l’iscrizione.
Si allega alla presente circolare un manuale che illustra nel dettaglio le modalità di iscrizione alla banca dati e le varie operazioni che possono essere effettuate successivamente all’iscrizione (allegato n. 3).
 
2.      Incentivo per l’assunzione dei soggetti iscritti nella Banca dati giovani   genitori

 
2.1.   Datori di lavoro beneficiari

Come si è detto, la Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori è finalizzata a consentire l’erogazione di un incentivo di €5.000, incaso di assunzione dei soggetti iscritti.
L’incentivo può essere riconosciuto alle imprese private e alle società cooperative.
Con riferimento alle società cooperative, l’incentivo è riconosciuto altresì per l’assunzione di soci lavoratori, purché venga stipulato con gli stessi un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, anche parziale.
Sono esclusi dall’incentivo gli enti pubblici – economici e non economici - nonché i datori di lavoro non qualificabili come imprenditori ai sensi del codice civile; rientrano invece nell’ambito dei beneficiari le imprese sociali previste dal decreto legislativo n. 155 del 24 marzo 2006.
Sono ammessi all’incentivo anche le imprese e le società cooperative presso cui il lavoratore sta svolgendo o ha svolto uno dei rapporti di lavoro indicati al punto c) del paragrafo 1.1.
 
2.2    Assunzioni per le quali è riconosciuto l’incentivo

L’incentivo spetta per l’ assunzione a tempo indeterminato, anche parziale, ovvero per la trasformazione a tempo indeterminato (anche con orario parziale) di un rapporto a tempo determinato.

2.3    Condizioni per l’ammissione all’incentivo
Per godere dell’incentivo è necessario che, al momento dell’assunzione, il lavoratore sia iscritto alla “Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori”.
Le imprese e le cooperative interessate possono verificare direttamente se una persona è iscritta alla banca dati; a  tale scopo l’applicazione per l’invio on line della richiesta di incentivo (di seguito illustrata) è stata opportunamente adattata per consentire - prima e a prescindere dall’eventuale assunzione - la semplice consultazione della banca dati, mediante il codice fiscale del lavoratore.
Per poter usufruire del beneficio devono inoltre ricorrere le seguenti condizioni. 
L’assunzione non deve costituire attuazione di un obbligo, ai sensi della legge 68/1999 in favore dei disabili.
Il datore di lavoro non deve aver effettuato, nei sei mesi precedenti l’assunzione, licenziamenti per giustificato motivo oggettivo o per riduzione del personale, fatta salva l’ipotesi in cui l’assunzione sia finalizzata all’acquisizione di professionalità sostanzialmente diverse da quelle dei lavoratori licenziati
Il datore di lavoro non deve avere in atto sospensioni dal lavoro o riduzioni dell’orario di lavoro per crisi aziendale, ristrutturazione, riorganizzazione o riconversione industriale, salvo il caso in cui l’assunzione sia finalizzata alla acquisizione di professionalità sostanzialmente diverse da quelle dei lavoratori sospesi o in riduzione di orario.
Il lavoratore assunto non deve essere stato licenziato, nei sei mesi precedenti l’assunzione, dalla medesima impresa ovvero da impresa collegata o con assetti proprietari sostanzialmente coincidenti
Il beneficio può essere goduto per un massimo di cinque lavoratori iscritti nella banca dati.
Il beneficio può essere goduto nei limiti dello stanziamento previsto da decreto del ministro della gioventù del 19 novembre 2010 (al netto degli oneri di gestione determinati ai sensi della convenzione Dipartimento della Gioventù – INPS). Al raggiungimento della percentuale di utilizzo, da parte dei datori di lavoro, pari all’80% delle risorse disponibili, l’Inps sospenderà le nuove iscrizioni dei lavoratori e, all’approssimarsi del loro esaurimento, interromperà definitivamente il riconoscimento degli incentivi ai datori di lavoro, dandone pronta informazione mediante i mezzi di comunicazione più opportuni.
Il beneficio è cumulabile con altri incentivi previsti dalle norme vigenti.
 
2.4    La richiesta e l’autorizzazione dell’incentivo

Dopo aver effettuato l’assunzione di una persona iscritta nella Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori, il datore di lavoro o il suo rappresentante - espressamente delegato, conformemente a quanto previsto dalla circolare n. 28 dell’8 febbraio 2011  - devono richiedere il relativo beneficio economico avvalendosi del modulo telematico messo  a disposizione all’interno di una nuova funzionalità del  Cassetto previdenziale Aziende, denominata  “Istanze on-line”, presso il sito internet www.inps.it.
Entro il giorno successivo all’invio, l’Inps, effettuati con esito positivo i controlli automatizzati in ordine all’iscrizione del lavoratore nella banca dati e in ordine alla correttezza formale delle dichiarazioni del datore di lavoro, attribuirà automaticamente alla posizione contributiva interessata il Codice Autorizzazione corrispondente all’incentivo richiesto.
Nella sezione “istanze on-line” del Cassetto previdenziale aziendale sarà reso disponibile l’esito della richiesta.
Si allega alla presente circolare un manuale che illustra nel dettaglio le modalità di verifica preventiva dell’iscrizione di un determinato soggetto alla banca dati, le modalità di invio del modulo telematico di richiesta dell’incentivo, e le operazioni che possono essere effettuate successivamente all’istanza di ammissione al beneficio (allegato n. 4).
 
2.5 La fruizione dell’incentivo mediante flusso Uniemens

La fruizione dell’incentivo avviene tramite conguaglio del relativo credito nella dichiarazione Uniemens.
L’incentivo dovrà comunque essere fruito, fino al raggiungimento della misura di €5.000, inquote mensili non superiori alla retribuzione maturata nel singolo mese dal lavoratore, ferma restando la permanenza del rapporto di lavoro.
Con successivo messaggio verranno  resi noti il Codice autorizzazione che identifica il beneficio e le sue modalità di esposizione nel flusso Uniemens; verranno altresì illustrate le corrispondenti istruzioni contabili. 
 
3. Controlli

L’INPS provvede alla verifica della sussistenza dei requisiti previsti dal decreto del 19 novembre2010 incapo ai soggetti iscritti alla banca dati ed ai datori di lavoro beneficiari dell’incentivo, anche tramite controllo a campione della veridicità della documentazione presentata.
L’Istituto provvede altresì ad effettuare, in nome e per conto del Dipartimento della Gioventù, eventuali azioni di recupero di somme indebitamente percepite da parte di non aventi diritto.

4. Decorrenza delle misure contenute nel Decreto
Le misure  contenute  nel Decreto del Ministro della Gioventù del 19  novembre 2010 decorrono dalla data di pubblicazione di apposito avviso sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, a cura dell’INPS; solo da questa data è possibile iscriversi alla “Banca dati per l’occupazione dei giovani genitori” e, conseguentemente, effettuare assunzioni che consentano il riconoscimento dell’incentivo.
 
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agosto 27, 2012

La Cina vince la battaglia (ma non la guerra) del Mar Cinese.
mare_nostrum_cineseAl vertice dell'Asean Pechino sfrutta l'alleata Cambogia ed evita che l'organizzazione prenda posizione sulla sovranità di Spratly e Paracel, nel Mar Cinese Meridionale. Vietnam e Filippine puntano sugli Stati Uniti. La questione non è chiusa.
Al recente vertice dei ministri degli Esteri dell'Associazione delle nazioni del Sud Est asiatico (Asean), per la prima volta in 45 anni, non è stato raggiunto un accordo e non è stato stilato il comunicato di chiusura dei lavori. Oggetto del dissenso è stata la terminologia da usare per riferirsi alle tensioni nel Mar Cinese Meridionale, in particolare a quelle recenti tra le Filippine e la Cina, che non è membro dell'Asean. Manila voleva un testo che menzionasse esplicitamente la situazione al largo di Scarborough Shoal, ma la Cambogia, principale alleato della Repubblica Popolare Cinese (Prc) nell'associazione, si è opposta.

Nella stessa occasione doveva anche essere redatta una bozza del Codice di condotta (legalmente vincolante) tra Asean e Cina per il Mar Cinese Meridionale, che negli auspici dei paesi membri dell'organizzazione andrebbe ratificato entro la fine dell'anno, in occasione del decennale del documento (non vincolante) del 2002 sullo stesso tema. Un testo provvisorio è stato consegnato ai funzionari cinesi, ma difficilmente si vedranno progressi al riguardo ora che l'argomento scivola a livello tecnico e lontano dall'attenzione dei media.

L'esito del vertice di Phom Penh rappresenta una vittoria diplomatica per la Cina, che preferisce affrontare la questione - se proprio deve farlo - a livello bilaterale piuttosto che multilaterale: è la vittoria di una battaglia però, non della guerra. Una guerra destinata a rimanere almeno nel breve periodo retorica. Una guerra cui partecipano anche gli Stati Uniti d'America.

Pechino considera la propria sovranità sulle isole Spratly e Paracel "indiscutibile"; citando i suoi diritti storici si rifà alla "linea a nove trattini" che dal 1953 delimita l'estensione territoriale del Regno di mezzo. Questa linea si basa a sua volta sulle rilevazioni effettuate dal Kuomintang alla fine della Seconda guerra mondiale, quando gli altri Stati della regione erano troppo presi dalla ricostruzione dopo l'occupazione giapponese per dedicarsi a questi arcipelaghi. Le Spratly sono rivendicate anche da Vietnam, Malesia, Brunei, Filippine e Taiwan; le Paracel, dal Vietnam e da Taiwan.

L'importanza di questi isolotti disabitati risiede nella loro collocazione strategica - lungo la linea di transito di circa metà del commercio mondiale - e nella presunta ricchezza di risorse delle acque circostanti, che secondo le stime dell'Energy Information Administration statunitense potrebbero ospitare fino a 16 mila miliardi di metri cubi di gas e fino a 213 miliardi di barili di petrolio. La pescosità di queste stesse acque è un ulteriore magnete dell'interesse degli Stati che vi si affacciano. La controversia sulla sovranità di Spratly e Paracel (come delle Senkaku/Diaoyu più a nord, tra Cina e Giappone) si trascina da decenni, ma ultimamente è tornata a catalizzare l'attenzione del Sud Est asiatico per una serie di contingenze legate a un fenomeno assoluto.

Le contingenze sono: l'approvazione di una legge da parte del Vietnam con cui Hanoi dichiara la propria sovranità su Spratly e Paracel (legge che entrerà in vigore a inizio 2013). La reazione di Pechino, che ha incluso i due arcipelaghi e Macclesfield Bank nell'area sotto la competenza amministrativa della prefettura di Sansha, appositamente creata. La decisione della compagnia petrolifera pubblica cinese China National Offshore Oil Corp (Cnooc) di iniziare l'esplorazione delle acque attorno alle Paracel e di offrire a compagnie occidentali lo sfruttamento di blocchi compresi nella Zona economica esclusiva di Hanoi. L'annuncio, sempre da parte della Cina, dell'incremento dell'attività della propria Marina attorno alle Spratly, dopo che una nave di ricerca della Marina Usa era arrivata in Vietnam. La stupefacente crescita in percentuale delle spese militari di Hanoi. L'intenzione delle Filippine di ampliare la propria collaborazione militare con Washington (i due paesi sono già legati da un trattato di difesa reciproca). La menzionata tensione tra Pechino e Manila al largo di Scarborough Shoal.
mare_nostrum_cinese
Il fenomeno assoluto, che determina almeno in parte queste contingenze, è l'ascesa economica, politica e militare della Repubblica Popolare Cinese. I paesi dell'Asean sono legati a Pechino in un'area di libero commercio (Cafta) che è la terza al mondo per volume d'affari dietro all'Area economica europea e al Nafta; come blocco, l'associazione rappresenta il quarto partner commerciale della Cina. La crescita del pil del Regno di Mezzo ha quindi avuto anche conseguenze positive per gli Stati della regione, che però sono allarmati dai suoi aspetti politici e militari.

La preoccupazione non riguarda solo gli Stati continentali come il Vietnam, che nella storia hanno fatto più volte (l'ultima nel 1979) le spese del nazionalismo cinese, ma anche le Filippine. Il nazionalismo si mischia a timori di colonizzazione culturale. Le ansie sono alimentate dal fatto che la Cina ha riscoperto l'importanza del Mar Cinese proprio nel suo periodo di maggiore crescita economica - una crescita che deve tanto alle sue province sulla costa meridionale - e dal riarmo che Pechino sta attuando da qualche anno. Anche se con un distacco abissale, nel 2011 la Repubblica Popolare Cinese è stata seconda solo agli Usa per budget militare.

Pechino ha vinto la battaglia perchè dalla riunione dei ministri degli Esteri dell'Asean non è uscito un comunicato che la criticasse e perchè la questione del codice di condotta sul Mar Cinese Meridionale è stata quasi sicuramente rinviata a dopo il Diciottesimo congresso del Partito comunista, previsto per l'autunno di quest'anno. La leadership cinese potrà concentrarsi sulla transizione e sui problemi interni, che non mancano - basti pensare allo scandalo di Bo Xilai o al rallentamento della crescita economica.
Il vertice di Pnom Penh ha dato inoltre una dimostrazione plastica dell'influenza che la Cina è in grado di esercitare su Stati più piccoli: negli stessi giorni in cui il segretario di Stato Usa concludeva proprio in Cambogia il ramo est-asiatico di un lungo viaggio, Hu Jintao sbarcava per una visita ufficiale di quattro giorni, la prima di un presidente cinese negli ultimi 12 anni. Gli investimenti cinesi nel paese vicino sono stati superiori al miliardo di dollari nel 2011, una cifra pari a circa dieci volte quella degli Usa; il primo ministro Hun Sen, che pure in passato non aveva mai appoggiato esplicitamente la posizione di Pechino sul Mar Cinese, non ha fatto mistero di apprezzare gli aiuti cinesi, che a differenza di quelli occidentali arrivano senza scomode clausole democratiche. Durante il vertice, nel momento in cui il ministro degli Esteri delle Filippine Albert del Rosario stava sollevando la questione di Spratly e Paracel, il suo microfono "si è rotto". Difficile pensare a una coincidenza.

Una vittoria all'apparenza così clamorosa, con Pechino in grado di influenzare l'esito di un vertice di un'organizzazione di cui non fa parte, ha in realtà molti lati oscuri. Viene messo in discussione uno dei 5 principi di coesistenza pacifica che orientano la politica estera cinese, quello del reciproco rispetto per la sovranità e l'integrità territoriale, che almeno secondo il Vietnam e le Filippine è violato dalla Prc. Più in generale, la Cina considera la pace e la stabilità internazionali presupposti fondamentali per la sua ascesa economica e politica, ma perseguendo in maniera così netta le proprie rivendicazioni contribuisce a creare un clima di tensione che può sfociare in uno scontro aperto.

La conseguenza più preoccupante per Pechino di questa eterogenesi dei fini è il coinvolgimento degli Stati Uniti d'America. L'amministrazione Obama ha fatto del ritorno nell'Asia-Pacifico una priorità della propria politica estera e ha delineato una strategia di containment politico, economico e militare nei confronti della Cina che passa anche per una maggiore cooperazione con i suoi concorrenti regionali: Giappone, Corea del Sud, Filippine e Vietnam (oltre all'Australia).

Il quadrante del Sud Est asiatico è quello dove la rivalità tra Usa e Cina è più aspra e le possibilità di collaborazione sono meno considerate. Washington vuole dimostrare che non lascia soli i suoi alleati, Pechino deve mostrasi all'altezza delle proprie ambizioni e della propria retorica. Entrambe hanno un problema di credibilità: gli Stati Uniti chiedono alla Cina di attenersi al diritto internazionale ma non hanno ratificato il Convenzione dell'Onu sul diritto del mare, il documento legale più rilevante al riguardo (e non lo faranno prima del 2013). La Prc non riesce a mediare tra gli interessi dello Stato centrale e quelli - più aggressivi - degli enti e degli organi di polizia e dogana locali.

Per il momento, la prospettiva di una guerra tra la Cina e i suoi vicini è lontana, quella di un coinvolgimento degli Usa nell'eventuale conflitto ancora più remota. Il problema della sovranità su Spratly e Paracel e del Mar Cinese Meridionale in generale è invece molto presente; sarà prioritario per le leadership che emergeranno dalle presidenziali statunitensi e dal congresso del Partito comunista cinese.

Dopo il vertice Asean, Pechino festeggia, Hanoi e Manila si preoccupano. In attesa della prossima battaglia.
fonte: liMes


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agosto 23, 2012

INPS: nuove modalità di presentazione della domanda di indennità.

inpsL'INPS, con la circolare n. 56 del 18 aprile 2012, comunica che, a partire dal 1° aprile 2012, la presentazione delle domande di indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti, dovrà avvenire esclusivamente in via telematica attraverso uno dei seguenti canali:


WEB - servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN attraverso il portale dell’Istituto;


Patronati/Intermediari dell’Istituto – attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi;


Contact Center multicanale – numero verde 803.164.


Tenuto conto che il periodo obbligatorio legislativamente previsto per la presentazione delle domande di indennità di disoccupazione non agricola a requisiti ridotti va dal 1° gennaio al 31 marzo dell’anno successivo a quello di competenza, la presentazione telematica in via esclusiva della richiesta di prestazione, secondo le tre modalità suesposte, riguarderà le domande relative all’anno di competenza 2012 che saranno presentate nel 2013.

OGGETTO:    

D.L. n.78 del 2010 convertito in Legge n. 122 del 2010.

Determinazioni presidenziali n. 75 del 30 luglio 2010 e n. 277 del 24 giugno 2011. Circolare n. 110 del 30 agosto 2011. Circolare n. 172 del 30 dicembre 2011.

Nuove modalità di presentazione della domanda di indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti. Utilizzo del canale telematico.
SOMMARIO:    

    Premessa
    Presentazione della domanda di indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti   direttamente  dal cittadino tramite WEB 
    Presentazione  della domanda di  indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti tramite  Patronato
    Presentazione della domanda di indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti  tramite  Contact Center
    Istruzioni procedurali
    Monitoraggio delle domande

1.   Premessa.

Il decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, recante “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”, ha previsto il potenziamento dei servizi telematici.

In relazione alla citata disposizione, il Presidente dell’Istituto ha adottato la determinazione n. 75 del 30 luglio 2010 “Estensione e potenziamento dei servizi telematici offerti dall’INPS ai cittadini”  la quale ha previsto dal 1 gennaio 2011 - pur con la necessaria gradualità in ragione della complessità del processo - l’utilizzo esclusivo del canale telematico per la presentazione delle principali domande di prestazioni/servizi. Le disposizioni attuative delle determina di cui sopra sono state adottate con circolare n. 169 del 31 dicembre 2010.

Successivamente, con determinazione presidenziale n. 277 del 24 giugno 2011 “Istanze e servizi Inps – Presentazione telematica in via esclusiva – Decorrenze”, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 227 del 29 settembre 2011, sono state stabilite le decorrenze per la presentazione telematica in via esclusiva delle domande di prestazioni. Le relative disposizioni applicative sono state impartite con  circolare n. 110 del 30 agosto 2011.

In relazione a quanto sopra, a partire dal 1° aprile 2012, la presentazione delle domande di indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti, dovrà avvenire esclusivamente in via telematica attraverso uno dei seguenti canali:

    WEB -  servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN attraverso il portale dell’Istituto;

    Patronati/Intermediari dell’Istituto – attraverso i servizi telematici offerti dagli  stessi;
    Contact Center multicanale – numero verde 803.164;

Tenuto conto che il periodo obbligatorio legislativamente previsto per la presentazione delle domande di indennità di disoccupazione non agricola a requisiti ridotti va dal 1° gennaio al 31 marzo dell’anno successivo a quello di competenza, conseguentemente la presentazione telematica in via esclusiva della richiesta di prestazione secondo le tre modalità suesposte riguarderà in concreto le domande relative all’anno di competenza 2012 che saranno pertanto presentate nel 2013.

Di seguito si forniscono le istruzioni per l’accesso ai servizi telematizzati da parte del cittadino per la  presentazione delle domande di indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti.

 
2. Presentazione della domanda di indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridottidirettamente dal cittadino tramite WEB

Il servizio è disponibile sul sito internet dell’Istituto (www.inps.it), sezione Servizi On-line, attraverso il seguente percorso: Servizi per il cittadino – Entra nel servizio - Autenticazione Utente – Autenticazione con PIN – Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito – Disoccupazione e mobilità – Disoccupazione non agricola - Ordinaria requisiti ridotti.

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Per l’accesso al servizio è sempre richiesta l’autenticazione tramite PIN rilasciato dall’Istituto (Cfr. Circolare n. 50 del 15 marzo 2011) oppure tramite CNS (Carta Nazionale dei Servizi) rilasciata da una Pubblica Amministrazione ai sensi del DPR 117/04 o da altro ente certificatore autorizzato.

Il servizio è strutturato in diverse sezioni che dovranno essere compilate a cura del cittadino richiedente.

Si precisa che, al termine della compilazione di ogni sezione, la procedura provvede a salvare la domanda negli archivi di sistema, in modo da consentire al richiedente la possibilità di intervenire sulla domanda stessa in momenti successivi e di inviarla all’INPS soltanto al momento della conferma finale. Fino a detta conferma, difatti, la domanda viene considerata “in bozza”.

Di seguito si riportano i principali contenuti delle diverse sezioni informative previste nell’iter di compilazione della domanda in esame.

Sezione Anagrafica

Questa sezione visualizza in automatico i dati anagrafici in possesso dell’Istituto. Il cittadino, in caso di dati anagrafici incompleti e/o errati, può intervenire per la loro correzione; ha inoltre la possibilità di variare la residenza e/o il domicilio ove ricevere comunicazioni.

Sezione Situazione lavorativa dell’anno di riferimento

Questa sezione offre all’interessato la possibilità di inserire i rapporti di lavoro svolti nel corso dell’anno di riferimento e cioè dell’anno solare precedente a quello di presentazione della domanda e non presenti in estratto conto.

Sezione Lista Eventi dell’anno di riferimento

Questa sezione dovrà essere compilata a cura dell’interessato nel caso in cui si siano verificati eventi che influiscono sulla liquidazione della indennità di disoccupazione (malattia, maternità o altro).

Sezione Compilazione domanda

Questa sezione consente di completare l’acquisizione della domanda e di procedere all’invio della stessa.

Inoltre è possibile acquisire i dati relativi alla composizione del nucleo familiare e al reddito da esso prodotto al fine di chiedere, contestualmente alla prestazione di disoccupazione, la corresponsione degli ANF (Assegni al Nucleo Familiare).

Infine in questa sezione l’utente può allegare  alla domanda l’eventuale documentazione ritenuta utile, precedentemente digitalizzata tramite scanner (es. copia buste paga, contratti di lavoro etc.).

Terminata la fase di acquisizione e dopo aver inviato telematicamente la domanda il cittadino ha la possibilità di stampare:

    la ricevuta di presentazione della domanda protocollata;
    il modello DS21/Req.Rid. Telematico, che andrà conservato a cura dell’utente ma non presentato all’Istituto.

La domanda trasmessa telematicamente viene inserita negli archivi in stato “P” per consentire la verifica sia dei requisiti soggettivi che di quelli oggettivi da parte della Struttura INPS di competenza.

 
3. Presentazione della domanda di  indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti tramite  Patronato

La presentazione della domanda di indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti può essere effettuata tramite Patronato secondo le modalità già in uso.

 
4. Presentazione della domanda di indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti tramite  Contact Center

Il servizio è disponibile da Contact Center multicanale telefonando al Numero Verde 803.164.

Per la presentazione della domanda di prestazione attraverso questa modalità  è necessario che il cittadino sia munito di PIN dispositivo. Ciò gli permette di richiedere anche l’ANF e/o le detrazioni d’imposta per familiari a carico. L’operatore del Contact Center provvederà quindi ad acquisire anche i dati relativi a detta richiesta.

Nel caso in cui il cittadino non sia dotato di PIN dispositivo la domanda sarà considerata valida ai fini del rispetto del termine di presentazione. Contestualmente il cittadino verrà invitato a convertire il PIN  in PIN dispositivo secondo le indicazioni fornite nella Circ. n.50 del 15 marzo 2011. All’esito positivo  di detta conversione, verificata mediante apposito batch automatico,  la domanda verrà acquisita negli archivi di pagamento.

Per la richiesta degli eventuali ANF e/o delle detrazioni d’imposta per i familiari a carico l’operatore del Contact Center fornirà tutte le istruzioni necessarie.

Nel caso in cui il cittadino sia totalmente sprovvisto di PIN, l’operatore del Contact Center fornirà tutte le istruzioni necessarie per il completamento della domanda di prestazione, nonché per la richiesta degli eventuali ANF e/o delle detrazioni d’imposta per i familiari a carico.

disoccupazione-giovanile


5. Istruzioni procedurali.

L’operatore di sede provvederà al caricamento delle domande dalla procedura DSWEB prelevandole dal link “Domande via Internet” posto sulla barra delle applicazioni.

Le domande telematiche di indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti saranno evidenziate nella procedura con la seguente numerazione:

    dal 980001 al 989999 quelle direttamente da Cittadino;
    dal 891000 al 894999 quelle da Contact Center senza PIN (numerazione utilizzata anche per gli altri tipi di domanda di prestazione inoltrati con questa modalità);
    dal 990000 al 999999 quelle da Contact Center con PIN;
    dal 900000 al 979999 quelle da Patronato. 

L’operatore della struttura INPS territorialmente competente dovrà gestire le domande degli utenti, trasmesse tramite Contact Center, come domande da sportello virtuale del cittadino.

La consultazione degli  allegati alla domanda è a disposizione degli operatori  di sede al link intranet Sistema Unico (nella pagina Processi – Prestazioni a sostegno del reddito), nella sezione "Domande PSR".

La consultazione della richiesta di ANF è a disposizione degli operatori di Sede al link intranet Gestione dei Modelli ANF – PREST (nella pagina Processi – Prestazioni a sostegno del reddito).
6. Monitoraggio delle domande.

Nel portale Intranet, nella pagina Processi - Prestazioni a sostegno del reddito - Statistiche, analogamente a quanto disponibile per l’indennità di disoccupazione ordinaria con requisiti normali, è in corso di sviluppo la funzione di monitoraggio, che permetterà di effettuare sia analisi statistiche che verifiche sulla funzionalità del sistema relativamente alle domande di indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti pervenute per via telematica.

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agosto 21, 2012

Un Mercosur spaccato accoglie il Venezuela.
mercosurCaracas entra nel mercato comune del Sud sfruttando la sospensione del Paraguay. La scelta politica di Argentina, Brasile e Uruguay supera i dubbi giuridici ed economici. Vittoria per Chávez, che però rinuncia all'anti-imperialismo e si allea con i moderati della regione. L'incognita sulla sua salute.

L’integrazione latino-americana, malgrado i segni di stanchezza recenti, non si ferma; è alimentata dal boom economico degli ultimi anni e contempla soluzioni a sopresa, come lo spettacolare avvicinamento tra il presidente del Venezuela Hugo Chávez e i governi di sinistra moderata che in questa rubrica erano stati definiti “lulisti”.

Un avvicinamento sancito dall’adesione del Venezuela al Mercosur, stabilita al vertice di Brasilia del 31 luglio. La sospensione del Paraguay in seguito alla rimozione di Lugo ha tolto di mezzo l’ultimo ostacolo rappresentato dalla mancata ratifica del Senato di Asunción all'ingresso di Caracas nell'organizzazione. Il successo è in particolare per Chávez, che al risultato diplomatico unisce un rientro personale nella scena internazionale con cui vuole segnalare di aver definitivamente superato il cancro.

Qualcuno ha suggerito che il vertice del Mercosur sarebbe anche servito a far fare al presidente venezuelano un controllo da parte di medici brasiliani: da tempo circolano voci sul fatto che Cuba sarebbe stata preferita al Brasile come sede delle cure per il fatto che avrebbe potuto assicurare una maggior riservatezza, ma che poi i medici cubani si sarebbero rivelati al di sotto delle aspettative, aggravando i problemi di salute di Chávez. La fonte dell’indiscrezione, secondo cui il controllo sarebbe stato fatto da due medici brasiliani e due medici cubani assieme, è però il solito Nelson Bocaranda, una specie di Dagospia venezuelano le cui informazioni sono sempre sorprendenti ma quasi mai direttamente verificabili o smentibili.

C’è in più la diagnosi di Rafael Marquina, il medico venezuelano residente a Miami che lo scorso febbraio per primo rivelò la nuova operazione cui era stato sottoposto Chávez, e secondo il quale al di là delle dichiarazioni trionfalistiche del presidente - che garantisce di essere ormai guarito - il male sarebbe in realtà incurabile. Semplicemente, le cure avrebbero ottenuto una momentanea remissione; una forte dose di steroidi avrebbe fatto recuperare al colonnello bolivariano uno stato di euforia. Marquina ammette però che le fonti che aveva all’Ospedale Militare di Caracas da un po’ di tempo non possono più passargli nuove informazioni e che dunque si basa su quanto già sapeva.

Salute di Chávez a parte, non mancano altre perplessità. Non solo il governo del Paraguay, un cui ricorso al Tribunale del Mercosur è stato peraltro respinto, ma anche personalità come il vicepresidente dell’Uruguay Danilo Astori, il giurista uruguayano Heber Arbuet e i diplomatici brasiliani Luis Felipe Lampreia e Rubens Barboza hanno espresso perplessità sulla legalità del processo di ammissione del Venezuela, dal momento che la semplice sospensione del Paraguay senza espulsione non implica che il suo assenso non sia più necessario. Il presidente uruguayano Pepe Mujica ha però spiegato che “il politico supera ampliamente il giuridico”; il modo in cui la politica ha forzato il diritto indica l’importanza che i governi di Brasile, Argentina e Uruguay hanno dato a questo sviluppo.
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mercosur
Significativamente, dopo aver classificato come “colpo di Stato” la destituzione di Lugo - per il fatto che pur essendosi formalmente rispettata la procedura costituzionale il Senato paraguayano non gli avrebbe concesso un congruo periodo di tempo per difendersi - gli altri membri del Mercosur hanno deciso la sospensione del Paraguay senza concedere i tre mesi di tempo che Convenzione di Vienna e Protocollo di Usuhaia danno al paese sanzionato affinchè questo possa presentare le proprie controdeduzioni. Come i partiti paraguayani hanno voluto togliere di mezzo il presidente vescovo prima che potesse interferire con l'imminente campagna elettorale per il suo successore, così i governi del Mercosur hanno voluto approfittare dell’occasione per ammettere il Venezuela prima che le nuove elezioni paraguayane potessero far riammettere Asunción ma al contempo riproponessero il problema del veto.

Altro problema: proprio in contemporanea con l’ingresso nel Mercosur, Chávez ha annunciato l’intenzione di uscire dal Patto di San José di Costa Rica, uno strumento di garanzia dei diritti umani dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa) che ad esempio in Argentina ha rango costituzionale. Il presidente ha garantito che il Venezuela intende rimanere nell’Osa, ma tutto sembra voler indicare che col Venezuela bolivariano nel Mercosur diventeranno meno importanti certe garanzie dello Stato di diritto, in favore di un’altra concezione della democrazia che tende piuttosto a enfatizzare la figura dei presidenti eletti con mandato plebiscitario. Va però ricordato che l’opposizione venezuelana è d’accordo con l’adesione al Mercosur, e che erano stati alcuni suoi esponenti a convincere il Senato brasiliano a dare il via libera alla ratifica.

In teoria, l’integrazione della ricchezza petrolifera venezuelana (2,3 milioni di barili al giorno) alla grande industria brasiliana, a quella piccola e media argentina, al settore finanziario uruguayano e all’agroindustria di tutti i paesi dà una marcia in più a un’area che, come ha detto Dilma Rousseff nel suo discorso di benvenuto, adesso “si estende dalla Paragonia ai Caraibi”. Vari analisti stimano che con un saldo della bilancia commerciale strutturalmente alto e un import da 30 miliardi di dollari l’anno, di cui solo 5 che in precedenza venivano dal Mercosur, il Venezuela permetterebbe di triplicare l’interscambio tra i soci, quando tra qualche mese sarà stata adottata la tariffa doganale esterna comune. Già al momento di aderire Chávez si è presentato firmando un contratto per l’acquisto di sei aerei E190 dalla brasiliana Embraer, per 270 milioni di dollari; un'ordinazione che potrebbe salire a 14 aerei, per un valore di 900 milioni. Sempre in occasione del vertice è stato firmato un accordo tra la società petrolifera statale venezuelana Pdvsa e l’argentina Ypf, appena rinazionalizzata dal governo di Cristina Kirchner.

Non è tutto oro quello che luccica: gli imprenditori brasiliani e argentini vendono volentieri al Venezuela, ma sono poco entusiasti all’idea di investire in un paese il cui leader è famoso per nazionalizzazioni e interventi estemporanei. Inoltre, un tallone d’Achille del Mercosur è l’accentuata litigiosità tra i partner, al di là delle foto di circostanza dei leader durante i vertici. Ultimissimo, il litigio tra Argentina e Uruguay per una storia di licitazioni nel dragaggio del Canale Martín García nel Rio de la Plata. Proprio il nazionalismo economico di Cristina Kirchner ha accentuato le occasioni di litigio, ed è probabile che il Venezuela chavista accrescerà il problema, piuttosto che contribuire a risolverlo. D’altra parte, malgrado l'adesione formale al Mercosur Caracas non ha ancora ratificato il Trattato di Asunción - che sarebbe in teoria il pilastro dell’area - nè il Protocollo di Ouro Preto, da cui dipende la struttura istituzionale. La stampa brasiliana aggiunge che il Venezuela intenderebbe chiedere di sottrarre alla concorrenza regionale una lista di almeno 800 prodotti.

Tutto ciò dimostrerebbe come il regime bolivariano non sarebbe tanto interessato al tema economico dell’integrazione, quanto a quello politico della creazione di un “nuovo polo di potere mondiale”, come pure è stato definito a Brasilia da Cristina Kirchner. Questa rubrica ha segnalato più volte la progressiva perdita di influenza sia degli Stati Uniti sia della Spagna ) in America Latina. Ma anche la Primavera Araba, con la caduta di Gheddafi e la crisi che sembra ormai irreversibile di Assad, dovrebbe aver gravemente compromesso i progetti chavisti di alleanza con i paesi del cosiddetto “Asse del Male”. A questo punto, per il leader bolivariano diventa più importante approfondire il rapporto con il Brasile, che attraverso il gruppo dei Brics sembra aver trovato la chiave per influire negli equilibri mondiali. D’altra parte la malattia e il riavvicinamento con la Colombia hanno un po’ attenuato l’immagine autoritaria e radicale di Chávez, mentre la destituzione di Lugo ha accresciuto i punti di contatto tra lui e l’asse Dilma-Cristina; quest’ultima è a sua volta in una fase di radicalizzazione.

Sembrano essere venute meno, nell'immediato, alcune ragioni di differenziazioni tra il modello che questa rubrica ha definito “lulista” e quello “chavista”.

Maurizio Stefanini, giornalista professionista e saggista. Free lance, collabora con Il Foglio, Libero, Liberal, L’Occidentale, Limes, Longitude, Theorema, Risk, Agi Energia. Ha redatto il capitolo sull’Emisfero Occidentale in Nomos & Kaos Rapporto Nomisma 2010-2011 sulle prospettive economico-strategiche. Specialista in politica comparata, processi di transizione alla democrazia, problemi del Terzo Mondo, in particolare dell’America Latina, e rievocazioni storiche.
fonte: liMes
 
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agosto 20, 2012

Uniti contro la crisi: nasce il “confidone“, un unico soggetto regionale per i fidi di primo grado delle imprese liguri.

confidoneUn unico soggetto regionale per i fidi di primo grado delle imprese liguri. Vi confluiranno tutte le realtà di settore, per la prima volta in Italia. Questa volta ci sono le firme e non si torna più indietro: nasce finalmente il cosiddetto "confidone", il soggetto regionale che fonderà in un solo consorzio di garanzia collettiva i fidi di primo grado di tutti i settori economici liguri. È la prima volta in Italia: mai si era riusciti a riunire sotto un unico cappello industria, artigianato, commercio, cooperazione e agricoltura.

"Un'iniziativa importante", scandisce l'assessore allo sviluppo economico, Renzo Guccinelli. "Attraverso un organismo che "parla ligure" disporremo di un soggetto che sarà in grado di conoscere meglio le problematiche del territorio e potrà essere indirizzato nella strategia anche dalle politiche regionali".

L'operazione è stata lunga e complessa: nata nei primi anni della precedente legislatura ha dovuto smussare spigoli e comporre differenze non semplici. Lo schema prevede la fusione di Rete Fidi Liguria, Cooperfidi Liguria (4,9 mln di garanzie in essere) e Mediocom (85,2 mln) dentro Fidimpresa Liguria (130,2 mln), scelta come "veicolo" in quanto primo confidi ligure ad aver ottenuto l’iscrizione all'albo previsto dalla legge nazionale. Ad essi si aggiunge Confart Liguria che conferisce capitale sociale e garanzie (46,4 mln) pur senza confluire formalmente.

Un modello unico nel panorama nazionale, ma ben radicato in Europa – Francia e Germania soprattutto – dove la dimensione territoriale e non quella di categoria è storicamente l'unità di misura della gestione delle garanzie. La strada aperta dalla Regione Liguria è quella giusta, come certifica la decisione della Banca d'Italia di proporre il modello ligure anche alle altre regioni in un prossimo roadshow.

artigianato

L'atto di fusione vero e proprio sarà firmato in ottobre, quando saranno decorsi i termini burocratici legati alle delibere concluse in questi giorni. Il sistema economico ligure avrà allora a disposizione un soggetto - Rete Fidi Liguria - con una base di garanzie in essere di circa 254 milioni e oltre 4.000 imprese associate (pari a circa il 55% del mercato ligure), in grado di rispettare i dettami di affidabilità di Basilea 2 e 3.

Vi saranno rappresentate tutte e quattro le anime imprenditoriali: industria (1944 aziende ex Fidimpresa), commercio (1549 imprese ex Mediocom), cooperazione (183 imprese ex Cooperfidi) e artigianato (1400 soci Confart). La rivalità fra le tante anime è stata superata grazie alla regia della Banca d'Italia, che ha concesso una deroga al nuovo ente consentendo fino a 17 consiglieri: in questo modo la rappresentanza e il peso potranno essere adeguatamente rappresentati.

coldiretti1

Grande soddisfazione fra i nuovi soci, ben coscienti che mai come in questo periodo di crisi l'unione faccia la forza. E se i confidi sono stati da poco individuati dal governo Monti come uno degli strumenti per fronteggiare la crisi, qui in Liguria dove le cooperative di garanzia hanno una radicata tradizione si punta più pragmaticamente a ottimizzare le poche risorse disponibili: la fusione potrebbe ridurre i costi di apertura di un confidi anche di 200 o 300mila euro.

"Abbiamo lavorato per aiutare le imprese, anche di piccole dimensioni, a reggere le sfide di mercati che conoscono evoluzioni sempre più rapide, trasformando situazioni di rischio potenziale e di crisi economica, in opportunità di sviluppo", ha concluso Guccinelli, "In un periodo di crisi come quello attuale i confidi giocano infatti un ruolo importante: da un lato rappresentano i soggetti alleviatori di rischio nei confronti del sistema bancario, dall’altro rivestono quali soggetti no profit e grazie agli interventi pubblici dello stato e per quota parte della nostra Regione, un ruolo anticiclico importante, compensando con le garanzie quelle imprese che diversamente ricadrebbero nelle strette del credito bancario".

confcommercio

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agosto 18, 2012

Libertà religiosa, principio fondamentale non sempre riconosciuto.
libertà-religiosa-300x184La libertà religiosa è un principio fondamentale tra i più importanti, uno dei primi ad essere tutelato,ma purtroppo anche ai primi posti tra quelli che vengono maggiormente messi in pericolo.

Si tratta di un diritto garantito in ambito nazionale dalle Costituzioni, ma anche nello scenario internazionale come ci dimostra la Dichiarazione Universale del Diritti dell’Uomo costituita subito dopo i fatti del secondo conflitto mondiale che hanno segnato l’intera umanità.

Da questo punto di vista l’Italia ha sempre dimostrato non solo grande coesione e collaborazione nei rapporti Stato-Chiesa,ma inoltre un notevole riguardo in merito alla salvaguardia dei principi fondamentali, specialmente sulla libertà di religione, come ci dimostrano numerosi articoli della Costituzione:

    ART.3 si parla di “pari dignità sociale” escludendo quindi qualsiasi forma di discriminazione.
    ART.7 in cui si pongono le basi al binomio Stato-Chiesa,meglio specificato alla luce dei Patti Lateranensi.
    ART.8 ulteriori aspetti garantistici, “tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”.
    ART.19 in particolare “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa…”
Si tratta di principi fondamentali, conquista di enorme valore socio-culturale e rappresentano le basi sulle quali poggia uno Stato moderno e democratico che mira all’eguaglianza dei cittadini e alla salvaguardia del bene comune.Purtroppo non ancora tutti gli Stati hanno raggiunto questo livello di stabilità ed equilibrio, per cui assistiamo a violazioni dei principi fondamentali, che non vengono garantiti, determinando situazioni di violenza, di persecuzione sulle minoranze religiose cristiane e non solo.Il risultato sono veri e propri massacri e l’abbandono dei luoghi di vita e dagli affetti di tutti coloro che, vittime di questa triste realtà, sono considerati cittadini di 2° classe.

Violenze e ostilità derivano da parte delle popolazioni locali come è avvenuto in Nigeria e in Bangladesh, ma ancor peggio è quando l’odio deriva e viene alimentato da parte dei governi che pongono forti limitazioni alla professione della fede, come ci dimostra ciò che è avvenuto e ancora avviene in Cina e in Vietnam.In particolare è necessario fare riferimento alle forti restrizioni che la Cina applica con forza e violenza sulle comunità di buddisti nel Tibet, cercando inoltre di allontanare la stampa mondiale per evitare qualsiasi ostacolo o forme di resistenza internazionale.Gli studi delle statistiche ci dicono che circa 1/3 dei Paesi del Mondo sono caratterizzati da scontri di questo tipo, ma un dato va considerato, e cioè che si tratta di zone ad alta densità demografica, il che determina un’amplificazione delle conseguenze dannose per le minoranze religiose.
liberta religiosa
Il problema dal quale si genera tutto questo odio e questa violenza è determinato dalla diffusione,spesso da parte dei governi e delle istituzioni, di un idea contorta sul ruolo che la religione,sia essa cristiana o un’ altra, ha nella Essa viene ritenuta causa di intolleranze a livello sociale e minaccia di gravi accadimenti e per questo motivo viene combattuta.
 
Sappiamo bene che in realtà non è così infatti il Pontefice, Benedetto XVI, ha più volte ribadito questo punto, ad Assisi come in tante altre occasioni, dicendo ” i leaders religiosi devono ripetere con forza e fermezza che questa non è la vera natura della religione, ma un traviamento che contribuisce alla sua distruzione”.

La vera essenza è invece, quella di essere un contributo nell’educazione al rispetto per la dignità umana, e quindi indispensabile alla crescita e alla pacifica convivenza sociale, non a caso la libertà religiosa, come su riportato, è uno tra i principali diritti e valori che sostengono l’idea di Stato libero e democratico.

C’è bisogno quindi di studiare nuove tecniche di prevenzione a questi accadimenti e di avviare un’efficace opera educativa,che postuli al rispetto per la libertà religiosa a livello individuale,collettivo e istituzionale. Partire da zero, in una società come quella di oggi multietnica e differenziata in cui spesso prevale una forma di relativismo spinto che separa invece di unire.

Bisogna iniziare dalla base per costruire un ordine sociale che possa contenere e far convivere ideologie diverse tra loro, attraverso la concordia, la tolleranza e il rispetto nell’idea e nell’altrui credo.
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agosto 17, 2012

Concorso Nazionale "Darwin L'Evoluzione" realizzato nell'ambito di Creatività Giovanile, promosso e sostenuto dal Dipartimento della Gioventù.
darwin_scala-uominiRealizzato nell'ambito di Creatività Giovanile, promosso e sostenuto dal Dipartimento della Gioventù - Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall'Anci - Associazione Nazionale Comuni Italiani, il progetto ha come obiettivo quello di far partecipare giovani artisti alla realizzazione e messa in scena di una rock opera ispirata alla preistoria - sintesi di teatro, video art, danza e musica - e realizzata sulle composizioni e i testi dello storico concept-album 'Darwin!" del Banco del Mutuo Soccorso.
Il Comune di Velletri (RM), con il Comune di Isernia e la Provincia di Isernia per il Sito archeologico del Paleolitico, il Rotary Club di Isernia, il Conservatorio di Frosinone L. Refice, la Società Dante Alighieri, l’AIG Associazione Nazionale Alberghi per la Gioventù, bandisce il Concorso Nazionale “DARWIN L’EVOLUZIONE”, riservato alle seguenti categorie di artisti:
darwin
    1.attori;
    2.autori teatrali;
    3.registi teatrali;
    4. cantanti;
    5. coreografi;
    6. danzatori;
    7. mimi;
    8. costumisti;
    9. videomakers;
    10. fotografi;
    11. grafici.
Le domande di iscrizione con allegato il materiale per partecipare al concorso dovranno essere inviate entro e non oltre il 15 novembre
Per la spedizione di tutti i materiali, per richiedere ogni tipo di informazioni relative al progetto e al presente bando, unica referente:

Musicalbox Eventi s.r.l.
via E.Orlando n.6 06128 Perugia
Tel: 075.5056950
Fax: 075.5156508
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agosto 13, 2012

Sanatoria per datori di lavoro che impiegano lavoratori extracomunitari clandestini da almeno 3 mesi.

sanatoriaDal 15 settembre al 15 ottobre 2012 sarà possibile regolarizzare, attraverso una dichiarazione di emersione, cittadini extraUE privi del permesso di soggiorno e che siano occupati, irregolarmente ed a tempo pieno, presso datori di lavoro da almeno 3 mesi. Questo è ciò che dice l'articolo 5 del Decreto Legislativo n. 109/2012, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 luglio 2012.

La dichiarazione di regolarizzazione dovrà essere presentata con le modalità stabilite da un decreto interministeriale da adottarsi entro il 29 agosto 2012.

Dal 15 settembre al 15 ottobre 2012 sarà possibile regolarizzare, attraverso una dichiarazione di emersione, cittadini extraUE privi del permesso di soggiorno e che siano occupati, irregolarmente ed a tempo pieno, presso datori di lavoro da almeno 3 mesi. Questo è ciò che dice l'articolo 5 del Decreto Legislativo n. 109/2012, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 luglio 2012.

La dichiarazione di regolarizzazione dovrà essere presentata con le modalità stabilite da un decreto interministeriale da adottarsi entro il 29 agosto 2012.

sanatoria lavoro

I requisiti per la sanatoria:

- datore di lavoro italiano, comunitario o extracomunitario titolare di carta di soggiorno

- lavoratori:

. cittadini extraUE occupati da almeno 3 mesi di lavoro antecedenti il 9 agosto 2012

. cittadini extraUE presenti  nel  territorio  nazionale in modo ininterrotto almeno dalla data del 31 dicembre 2011

. rapporti ancora in essere

. presenza sul territorio nazionale dal 31 dicembre 2011 (attestata da documentazione proveniente da organismi pubblici)

- procedura:

. presso lo sportello unico per l'immigrazione

. pagamento di un contributo forfettario di 1.000 euro per ciascun lavoratore

. regolarizzazione delle somme dovute dal datore di lavoro a titolo retributivo, contributivo e fiscale pari ad almeno 6 mesi

Esclusi:

- rapporti di lavoro parziale (part-time), ad esclusione dei rapporti di lavoro domestici;

- datori di lavoro che risultino condannati negli ultimi  cinque  anni, anche con sentenza non definitiva, compresa quella adottata a seguito di applicazione della pena su richiesta ai  sensi  dell'articolo  444 del codice di procedura penale, per:   

a) favoreggiamento dell'immigrazione clandestina verso l'Italia e dell'immigrazione clandestina dall'Italia verso altri Stati o per reati diretti al reclutamento di persone da destinare alla prostituzione o allo sfruttamento della prostituzione o di minori  da impiegare in attività illecite;   

b) intermediazione illecita e sfruttamento del  lavoro  ai  sensi dell'articolo 603-bis del codice penale;   

c) reati previsti dall'articolo 22, comma 12, del testo unico di cui al decreto legislativo 25  luglio  1998, n. 286, e successive modificazioni ed integrazioni.

- datore di lavoro che, a seguito dell'espletamento di procedure di ingresso di cittadini stranieri per motivi di lavoro subordinato ovvero di procedure di emersione dal lavoro irregolare non ha provveduto alla sottoscrizione del contratto di soggiorno presso lo sportello unico ovvero alla successiva  assunzione  del lavoratore straniero, salvo cause di forza maggiore comunque non imputabili al datore di lavoro.

sanatoria-2012-immigrati

Il testo originale:

Art. 5 - Disposizione transitoria

  1. I datori di lavoro italiani o  cittadini  di  uno  Stato  membro dell'Unione europea, ovvero i datori di lavoro stranieri in  possesso del titolo di soggiorno previsto dall'articolo 9 del testo  unico  di cui al decreto legislativo 25  luglio  1998,  n.  286,  e  successive modificazioni ed integrazioni che, alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo  occupano  irregolarmente  alle  proprie dipendenze da almeno tre mesi, e continuano ad occuparli alla data di presentazione  della  dichiarazione  di  cui   al   presente   comma, lavoratori  stranieri  presenti  nel  territorio  nazionale  in  modo ininterrotto  almeno   dalla   data   del   31   dicembre   2011,   o precedentemente, possono dichiarare la sussistenza  del  rapporto  di lavoro   allo   sportello  unico   per   l'immigrazione,    previsto dall'articolo 22 del decreto legislativo 286 del  1998  e  successive modifiche e integrazioni.  La  dichiarazione  e'  presentata  dal  15 settembre al 15 ottobre 2012 con le modalita' stabilite  con  decreto di natura non regolamentare del Ministro dell'interno di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con il Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione e  con  il  Ministero dell'economia  e  delle  finanze  da  adottarsi  entro  venti  giorni dall'entrata in  vigore  del  presente  decreto.  In  ogni  caso,  la presenza sul territorio nazionale dal 31 dicembre  2011  deve  essere attestata da documentazione proveniente da organismi pubblici.

  2. Sono esclusi dalla procedura  di  cui  al  presente  articolo  i rapporti di lavoro a tempo parziale, fatto salvo quanto previsto  dal comma 8 in materia di lavoro  domestico  e  di  sostegno  al  bisogno familiare.

  3. Non sono ammessi alla procedura prevista dal presente articolo i datori di lavoro che risultino condannati negli ultimi  cinque  anni, anche con sentenza non definitiva, compresa quella adottata a seguito di applicazione della pena su richiesta ai  sensi  dell'articolo  444 del codice di procedura penale, per:

    a) favoreggiamento dell'immigrazione clandestina verso l'Italia e dell'immigrazione clandestina dall'Italia verso  altri  Stati  o  per reati  diretti  al  reclutamento  di  persone   da   destinare   alla prostituzione o allo sfruttamento della prostituzione o di minori  da impiegare in attivita' illecite;

    b) intermediazione illecita e sfruttamento del  lavoro  ai  sensi dell'articolo 603-bis del codice penale;

    c) reati previsti dall'articolo 22, comma 12, del testo unico  di cui al decreto legislativo 25  luglio  1998,  n.  286,  e  successive modificazioni ed integrazioni.

  4. Non e' ammesso, altresi', alla  procedura  di  cui  al  presente articolo il datore di lavoro  che,  a  seguito  dell'espletamento  di procedure di ingresso di cittadini stranieri  per  motivi  di  lavoro subordinato ovvero di procedure di emersione  dal  lavoro  irregolare non ha provveduto alla  sottoscrizione  del  contratto  di  soggiorno presso lo sportello  unico  ovvero  alla  successiva  assunzione  del lavoratore straniero, salvo cause  di  forza  maggiore  comunque  non imputabili al datore di lavoro.

  5. La dichiarazione di emersione di cui al comma  1  e'  presentata previo   pagamento,   con   le   modalita'   previste   dal   decreto interministeriale di cui al comma 1  del  presente  articolo,  di  un contributo forfettario di  1.000  euro  per  ciascun  lavoratore.  Il contributo non e' deducibile ai fini  dell'imposta  sul  reddito.  La regolarizzazione delle somme dovute dal datore  di  lavoro  a  titolo retributivo, contributivo e  fiscale  pari  ad  almeno  sei  mesi  e' documentata all'atto della stipula del contratto di soggiorno secondo le modalita' stabilite dal decreto ministeriale di cui al comma 1. E' fatto salvo l'obbligo di  regolarizzazione  delle  somme  dovute  per l'intero periodo in caso di rapporti di lavoro di durata superiore  a sei mesi.

  6. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto  fino  alla conclusione del procedimento di cui al comma 1 del presente articolo, sono sospesi i procedimenti penali e amministrativi nei confronti del datore di lavoro e del  lavoratore  per  le  violazioni  delle  norme relative:

    a) all'ingresso e al  soggiorno  nel  territorio  nazionale,  con esclusione di quelle di cui all'articolo 12 del testo unico di cui al decreto  legislativo  25  luglio   1998,   n.   286,   e   successive modificazioni ed integrazioni;

    b) al presente provvedimento e comunque all'impiego di lavoratori anche se rivestano carattere finanziario,  fiscale,  previdenziale  o assistenziale.

  7. Con il decreto di cui al  comma  1  sono  altresi'  stabiliti  i limiti di reddito del datore di lavoro richiesti per l'emersione  del rapporto di lavoro.

  8. Nella dichiarazione di emersione cui al comma 1 e'  indicata  la retribuzione convenuta non inferiore a quella  prevista  dal  vigente contratto collettivo nazionale di lavoro di riferimento e, in caso di lavoro  domestico,  l'orario  lavorativo  non  inferiore   a   quello stabilito dall'articolo 30-bis, comma 3, lettera c), del  regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999,  n. 394.

  9.   Lo   sportello   unico    per    l'immigrazione,    verificata l'ammissibilita' della dichiarazione  e  acquisito  il  parere  della questura  sull'insussistenza  di  motivi  ostativi  all'accesso  alle procedure ovvero al rilascio del permesso di  soggiorno,  nonche'  il parere della competente direzione territoriale del lavoro  in  ordine

alla capacita' economica del datore di lavoro e alla congruita' delle condizioni di lavoro applicate, convoca le parti per la  stipula  del contratto di soggiorno e per la  presentazione  della  richiesta  del permesso di  soggiorno  per  lavoro  subordinato,  previa  esibizione dell'attestazione di avvenuto pagamento del contributo  forfetario  e della regolarizzazione di cui al comma  5.  La  sussistenza  di  meri errori materiali non costituisce di per se' causa di inammissibilita' della dichiarazione di  emersione.  La  mancata  presentazione  delle parti  senza  giustificato  motivo   comporta   l'archiviazione   del procedimento.  Contestualmente  alla   stipula   del   contratto   di soggiorno, il datore  di  lavoro  deve  effettuare  la  comunicazione obbligatoria di assunzione al Centro per l'Impiego ovvero, in caso di rapporto di lavoro domestico, all'INPS. Restano ferme le disposizioni relative  agli  oneri  a  carico  del  richiedente  il  permesso   di soggiorno.

  10. Nei casi in  cui  non  venga  presentata  la  dichiarazione  di emersione  di  cui   al   presente   articolo   ovvero   si   proceda all'archiviazione del procedimento o al rigetto della  dichiarazione, la sospensione di cui al comma 6 cessa, rispettivamente, alla data di scadenza del  termine  per  la  presentazione  ovvero  alla  data  di archiviazione del  procedimento  o  di  rigetto  della  dichiarazione medesima. Si  procede  comunque  all'archiviazione  dei  procedimenti penali e amministrativi a carico del datore di lavoro nel caso in cui l'esito negativo del procedimento derivi da motivo indipendente dalla volonta' o dal comportamento del datore di lavoro.

  11. Nelle  more  della  definizione  del  procedimento  di  cui  al presente articolo, lo straniero non puo' essere espulso,  tranne  che nei casi previsti al  successivo  comma  13.  La  sottoscrizione  del contratto   di   soggiorno,   congiuntamente    alla    comunicazione obbligatoria di assunzione di cui  al  comma  9  e  il  rilascio  del permesso di soggiorno comportano, rispettivamente, per il  datore  di lavoro e per il lavoratore, l'estinzione dei reati e  degli  illeciti amministrativi relativi alle violazioni di cui al comma 6.

  12.  Il  contratto  di  soggiorno  stipulato  sulla  base  di   una dichiarazione di emersione contenente dati non rispondenti al vero e' nullo ai sensi dell'articolo 1344 del codice civile. In tal caso,  il permesso di soggiorno eventualmente rilasciato e' revocato  ai  sensi dell'articolo  5,  comma  5,  del  testo  unico  di  cui  al  decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286,  e  successive  modificazioni  ed integrazioni.

  13. Non possono essere ammessi alla procedura prevista dal presente articolo i lavoratori stranieri:

    a) nei confronti dei quali sia stato emesso un  provvedimento  di espulsione ai sensi dell'articolo 13, commi 1 e 2,  lettera  c),  del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n.  286,  e dell'articolo 3 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155,  e  successive modificazioni ed integrazioni;

    b)  che  risultino  segnalati,  anche  in  base  ad   accordi   o convenzioni internazionali in vigore per l'Italia, ai fini della  non ammissione nel territorio dello Stato;

    c) che risultino condannati, anche con sentenza  non  definitiva, compresa quella pronunciata anche a  seguito  di  applicazione  della pena su richiesta ai sensi dell'articolo 444 del codice di  procedura penale, per uno dei reati previsti  dall'articolo  380  del  medesimo codice;

    d) che comunque  siano  considerati  una  minaccia  per  l'ordine pubblico o la sicurezza dello Stato o di uno dei Paesi  con  i  quali l'Italia abbia sottoscritto accordi per la soppressione dei controlli alle frontiere interne e la libera circolazione delle persone.  Nella valutazione della pericolosita' dello straniero si tiene conto  anche di eventuali condanne, anche con sentenza  non  definitiva,  compresa quella pronunciata a seguito di applicazione della pena su  richiesta ai sensi dell'articolo 444 del codice di procedura  penale,  per  uno dei reati previsti dall'articolo 381 del medesimo codice. 

  14. Con decreto  del  Ministro  dell'interno  di  concerto  con  il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con il Ministro per la cooperazione  internazionale  e  l'integrazione  e  con  il  Ministro dell'economia e delle  finanze,  sono  determinate  le  modalita'  di destinazione del  contributo  forfetario,  di  cui  al  comma  5  del presente articolo, tenuto conto di quanto previsto ai sensi del comma 17.

  15. Salvo che il  fatto  costituisca  piu'  grave  reato,  chiunque presenta false  dichiarazioni  o  attestazioni,  ovvero  concorre  al fatto, nell'ambito della procedura di emersione prevista dal presente articolo, e' punito ai sensi dell'articolo 76 del testo unico di  cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n.  445. Se il fatto e' commesso attraverso la contraffazione o  l'alterazione di documenti oppure con l'utilizzazione di uno di tali documenti,  si applica la pena della reclusione da  uno  a  sei  anni.  La  pena  e' aumentata se il fatto e' commesso da un pubblico ufficiale.

  16.  In  funzione  degli  effetti  derivanti  dall'attuazione   del presente articolo, il livello di finanziamento del Servizio sanitario nazionale a cui concorre ordinariamente lo Stato e' incrementato  di 43 milioni di euro per l'anno  2012  e  di  130  milioni  di  euro  a decorrere dall'anno 2013. Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e  delle finanze, sentita la Conferenza  permanente  per  i  rapporti  tra  lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e  di  Bolzano,  i predetti importi sono ripartiti tra le regioni in relazione al numero dei lavoratori extracomunitari emersi ai sensi del presente articolo.

  17. Agli oneri netti derivanti dal presente articolo, pari a  43,55 milioni di euro per l'anno 2012, a 169 milioni  di  euro  per  l'anno 2013, a 270 milioni di euro per l'anno 2014 e a 219 milioni di euro a decorrere dall'anno 2015, si provvede, quanto a 43,55 milioni di euro per l'anno 2012 a valere sulle maggiori entrate assegnate al bilancio dello Stato dal decreto di cui al comma 14 e, quanto a 169 milioni di euro per l'anno 2013, a 270 milioni per l'anno 2014 e a  219  milioni di euro a decorrere dall'anno 2015, mediante corrispondente riduzione dei trasferimenti statali  all'INPS  a  titolo  di  anticipazioni  di bilancio per la  copertura  del  fabbisogno  finanziario  complessivo dell'Ente, per effetto delle maggiori entrate contributive  derivanti dalle disposizioni di cui al presente articolo.

  Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella  Raccolta  ufficiale  degli  atti  normativi  della  Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

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agosto 11, 2012

Olimpiadi: Giochi di potere, come un ideale di fratellanza, pace e liberta si sia trasformato in arma del più forte.
olimpiadi_adidas_500Un volume su 116 anni di Olimpiadi politiche spiega come un ideale di fratellanza, pace e liberta si sia trasformato in arma del più forte. I cinque cerchi, dall’antica Grecia alle esigenze di Stati nazione, superpotenze e affaristi. La potenza dell’Adidas.

Dopo trentasei anni, sappiamo che Stefano Jacomuzzi ha un erede che ha per nome Nicola Sbetti. Son passati oltre sette lustri dall’uscita del capolavoro del novese, mentre per sciocchezze o fatti di basso conto in ben 36 mesi possiamo avere più titoli o edizioni su argomenti sciocchi e/o leggeri, per evitare il termine ‘inutili’.

Ciò non dipende unicamente dalla pochezza intellettiva dei clienti del mercato, ma pure perché - come afferma Sergio Giuntini nella prefazione di Giochi di potere. Olimpiadi e politica da Atene a Londra 1896-2012 di Sbetti (Le Monnier, Firenze 2012) - non si vuole ammettere per il fatto «che rivisitare un Giro d’Italia, un campionato calcistico o un’Olimpiade voglia dire, solo e pienamente, fare storia contemporanea.

Un’affermazione forte in una realtà, quale quella italiana, in cui non da tanto lo sport ha cominciato a ottenere considerazione e dignità in seno all’Accademia, e in specie nei corsi di laurea in Lettere, Filosofia, Sociologia, Scienze Politiche, Scienze della Comunicazione. Ne sapeva qualcosa Stefano Jacomuzzi, l’autore cui dobbiamo il più significativo lavoro pubblicato in Italia sulla storia olimpica. Nelle occasioni giuste Jacomuzzi raccontava quante difficoltà avesse incontrato da docente universitario di Letteratura a Torino quando cominciò a occuparsi seriamente di sport. Per numerosi suoi colleghi perdeva in autorevolezza, studiare lo sport appariva una sorta di diminutio.

Un atteggiamento tra lo snobistico e l’intellettualistico, ma anche un po’ provinciale, cui Jacomuzzi reagì, appunto, con quella Storia delle Olimpiadi (Einaudi, 1976) che resta un esempio insuperato di rigore scientifico e chiarezza espositiva. Scritta con la profondità dello storico e lo stile accattivante del letterato». È un’antica e pessima abitudine del tutto italiana, quella di credere che chi si occupi di sport, attivamente e/o bigliograficamente, sia o un fannullone alla ricerca di facili guadagni alla stessa stregua di un giocatore d’azzardo senza scrupoli o un illuso dilettante che «dovrebbe pensare a cose più importanti», oppure – nel migliore dei casi – uno svampito. Pensate che – narra Sbetti – quando l’Italia ebbe il suo esordio olimpico a Parigi nel 1900, gli atleti si recarono nella capitale transalpina nel più assoluto menefreghismo dell’esecutivo in quanto «[l]o sport in Italia fra Ottocento e Novecento non [aveva] finalità prettamente ideologiche, tant’è che v[eniva] trascurato dallo Stato liberale, perché si rit[eneva] che veni[sse] praticato da perditempo».

Anche i non addetti ai lavori sanno bene che sin dal XIX secolo i paesi democratico-borghesi curavano lo sport nei minimi particolari - Gran Bretagna, Francia, Olanda, Belgio, ecc. - affinché essi divenissero modelli esemplari e specchio non solo delle rispettive società, ma degli imperi con i quali tali Stati si dividevano il mondo. Che poi l’Italia fascista abbia usato lo sport, rafforzandolo e ponendolo all’acme internazionale, è una delle tante ragioni che spiega l’inefficienza dei governi liberali pre-1922. Sbetti ci dice che i dilettanti di Stato non furono un’invenzione lenin-staliniana, bensì un’idea della Svezia nel 1912 (2ª: 1912, 1920, 1948), che l’Italia mussoliniana perfezionò (2ª: 1932, ineguagliato; due volte campione del mondo di calcio, 1934 e 1938, una volta olimpico, 1936, ecc.) con la Germania nazista (inizialmente contraria alle partecipazioni internazionali) a ruota (1ª: 1936) e che l’Unione Sovietica prima (1ª: 1956, 1960, 1972, 1976, 1980, 1988 e... 1992) e i satelliti dopo (Germania Est: 2ª 1976, 1980 e 1988) presero a copiare e consolidare fino a quando anche la Cina popolare non ne ha tratto profitto (1ª: 2008).
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Dalle pagine di Giochi di potere apprendiamo pure un tema molto a cuore ai lettori di Limes: il processo che ha condotto l’Adidas a diventare il decisore verticistico dello sport mondiale. E v’è una sincronia esatta fra ciò che riporta l’autore e gli albi d’oro-sponsor di Campionati mondiali, europei e olimpici di calcio.
 
L’elezione dell’allora sconosciuto (fuori Spagna) ex franchista riciclato Juan Antonio Samaranch (1920-2010) alla presidenza del Cio fu voluta da una ‘cupola affaristica’ che aveva come boss il manager dell’Adidas, Horst Dassler (1936-87); in modo, sostiene giustamente Sbetti, da "consentire alle forze economiche di penetrare all’interno del movimento olimpico". Samaranch fu scelto però anche con l’accordo di João Havelange, dal 1974 capo assoluto della più potente federazione sportiva internazionale, la Fifa. Il tedesco e il brasiliano controllavano rispettivamente i voti dei blocchi geopolitici africano e latino. L’Africa, molto più propensa nei confronti di un ex breve, e meno esteso colonialismo, quello guglielmino; mentre Havelange - autorità di spicco della potente borghesia brasiliana (a cavallo fra dittature interne e aperture verso i paesi in via di sviluppo negli affari esteri) - rappresentava la scelta terzomondista in seno al potente pallone mondiale, che prima di lui era stato sempre in mano a esponenti dello screditato imperialismo anglo-francese.

In vista delle Olimpiadi di Seoul (1988), nelle qualità di presidente anche della International Sport Leisure Agency, Dassler firmò col Cio un programma quadriennale di sponsorizzazione mondiale ("The Olympic Partners") che permise allo stesso Comitato di accumulare riserve per 5 milioni di dollari e di mettere al sicuro, per la prima volta nella sua storia, le proprie finanze. Con la stipula del ‘trattato’, Dassler fu definito l’‘eminenza grigia’ del movimento olimpico. Del resto fu proprio Dassler a premere affinché, il 30 settembre 1981, Seoul fosse preferita a Nagoya, in quanto l’Adidas intratteneva più importanti relazioni con la Corea del Sud (allora dittatura sotto il pugno di ferro del gen. Chun Doo-hwan) piuttosto che col democratico Giappone.

Dassler fece di tutto anche per evitare un possibile boicottaggio a guida Urss per solidarietà a Pyongyang contro Seoul e organizzò una serie d’incontri fra il Comitato organizzatore sudcoreano e il ministero sovietico dello Sport. Nel gennaio 1988 Mosca accettò di partecipare: quel giorno la borsa di Seoul raggiunse la quota massima della sua storia. Boicottarono solo le irricattabili Albania, Comore, Cuba, Etiopia, Madagascar, Nicaragua, São Tomé e Príncipe e Seicelle. La scomparsa di Dassler non bloccò di certo l’influenza della ditta tedesca in tali àmbiti.

Il tandem Samaranch-Adidas fu risolutivo, nel 1992, nella risoluzione dei problemi d’immagine dell’appena defunta Urss. A presentare a Barcellona l’ex colosso in veste competitiva (onde magnificare la capitale catalana col crisma dell’universalità sportiva) provvide innanzitutto Samaranch, recatosi a Mosca per intavolare colloqui con Boris El’cyn sulla questione baltica e sulle restanti dodici repubbliche sovietiche in attesa del riconoscimento dei propri comitati olimpici. Dall’altra parte, l’Adidas pagò gran parte delle spese di trasferta e soggiorno dell’ex ‘Impero del male’ in Spagna.

In definitiva il presidente e il marchio s’inventarono dal nulla la ‘squadra unificata’ della Comunità di Stati Indipendenti che, guarda caso, a Barcellona superò ancora gli Stati Uniti. L’inedita alleanza ispano-germanico-sarmatica umiliò la tradizionale intesa anglo-franco-statunitense avvalendosi degli ex comunisti che con entusiasmo accettarono un ‘Piano Marshall’ europeo. Da qui si evince l’eredità del defunto presidente del Cio, trasmessa alla sua Nazionale di fútbol, campione del mondo 2010 ed europea 2008 e 2012, già campione olimpica e proprio a Barcellona: ossia la quadratura del cerchio.
Il libro di Nicola Sbetti - di ricchissima bibliografia - è un vero e proprio esaustivo manuale di storia delle relazioni internazionali, che dovrebbe essere adottato da tutte le cattedre universitarie di storia degli sport.

Le Olimpiadi rappresentano da sempre, più dei mondiali di calcio, il termometro degli equilibri del pianeta. Se sono trascorsi quasi quarant’anni dal penultimo testo in argomento, ciò è dovuto alla questione che nel nostro paese coloro che si occupano direttamente di sport non sono in grado di leggere gli scenari fra le righe di un evento. Il provincialismo antisportivo rafforzato dal Sessantotto; i preziosismi sul fatto fine a se stesso; il gossip sull’individuo; la dissipazione logorroica in merito al particolare; l’ignoranza socio-storica degli addetti ai lavori: tutto ciò ha per contraltare seri e preparati studiosi quali Sbetti e Marco Bagozzi fra i pochissimi. Questi stanno creando una scuola d’indagine sugli effetti della geopolitica nello sport.

Prospettiva che prese piede esattamente dieci anni fa sulle pagine di Limes nel tentativo di sfatare l’indipendenza del risultato tecnico da quello deciso ‘ex ante’.

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