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luglio 28, 2012

CO2, nuoovo rcord delle emissioni, l’ambiente deve «ringraziare» la crisi economica.
co2 emissioniL’ambiente deve «ringraziare» la crisi economica. Solo il rallentamento globale dell’economia nel 2009 aveva fatto diminuire le emissioni di anidride carbonica, il più diffuso gas serra. Nel 2010, infatti, con la ripresa della produzione industriale su scala globale, sono state sparate nell’atmosfera 30,6 miliardi di tonnellate equivalenti di CO2, pari a un aumento del 5% delle emissioni rispetto all’anno precedente. Lo rivela l’Agenzia internazionale di energia (Aie), secondo la quale le emissioni di biossido di carbonio l’anno scorso sono state «le più alte della storia».

LIMITI – Superato di slancio quindi il precedente record di 29,3 gigatonnellate che risaliva al 2008. Il problema consiste, riporta l’Aie, nel fatto che l’80% dell’incremento delle emissioni relativo al settore energetico previsto per il 2020 è già stato raggiunto, poiché è dovuto a impianti già realizzati o in fase di costruzione. Tutto ciò mette fortemente in dubbio il limite massimo di 2 gradi dell’incremento della temperatura media globale fissato al vertice di Cancun dello scorso dicembre, come ha illustrato Fatih Birol, capo economista dell’Aie (agenzia dell’Ocse). Per raggiungere questo obiettivo, però, è necessario non superare il limite di 450 ppm (parti per milione) di gas serra nell’atmosfera.

Con l’incremento del 2010, invece, si è toccato il tetto di 390 ppm solo per la CO2, al quale però vanno aggiunti gli altri gas serra: metano soprattutto (1,75 ppm attuali) che produce un effetto di riscaldamento globale decine di volte superiore all’anidride carbonica, e poi ossido di azoto (0,3 ppm) con effetto di riscaldamento centinaia di volte maggiore. L’analisi delle carote di ghiaccio estratte nelle calotte polari dimostra che il livello di CO2 prima dell’inizio della rivoluzione industriale era di 280 ppm.
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AVVISO AL MONDO – «Le nostre analisi sono un ennesimo avviso al mondo», ha commentato Birol. «Ci avviciniamo già oggi al limite che invece dovrebbe essere raggiunto nel 2020.
Se non verranno assunte decisioni drastiche, sarà molto difficile rispettare l’accordo di Cancun». Gli studi geologici hanno dimostrato che, durante le ere, quando si è raggiunto, per motivi naturali, il limite di 500 ppm di anidride carbonica nell’atmosfera, si sono innescati meccanismi di estinzione diffusa sul pianeta.

ACIDIFICAZIONE – Mentre veniva diffusa l’analisi dell’Aie, un nuovo studio che sarà pubblicato sul numero di giugno di Nature Climate Change, lancia un nuovo allarme sull’acidificazione delle acque degli oceani. Un’analisi effettuata dall’Università di Miami, dall’Istituto australiano di scienze marine e in Germania dall’Istituto Max Planck di microbiologia marina, ribadisce che l’acidificazione dei mari, insieme all’aumento delle temperature dell’acqua farà diminuire entro la fine del secolo in modo netto la biodiversità e le capacità di recupero degli ecosistemi delle barriere coralline.

Il pH degli oceani è sceso in pochi anni da 8,2 a 8,1: sembra poco ma la scala è logaritmica. Gli studosi hanno evidenziato che nel 2100 potrebbe arrivare a 7,7 e a quel punto la sviluppo delle barriere coralline si bloccherà. L’acidità degli oceani è legata alla quantità di CO2 disciolta: più l’acqua è calda, maggiore è il rilascio di anidride carbonica gassosa.

Se l’acqua è più acida, gli organismi marini che costruiscono le conchiglie o il proprio esoscheletro (placton) partendo dal carbonato di calcio disciolto in acqua, rischiano di scomparire perché l’acidità fa sciogliere il loro guscio di aragonite. E questi organismi sono alla base della catena alimentare.
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luglio 25, 2012

Ci mancava solo questo: siamo cugini dei gorilla.
gorillaCi mancava solo il gorilla. Dopo la mappatura del genoma umano nel 2000, dello scimpanzé nel 2005 e dell'orango nel 2011, era l'ultimo dei quattro gruppi di scimmie antropomorfe – le ultime da cui ci siamo distinti nell'evoluzione, simili a noi nel corpo e in molti comportamenti - di cui non conoscevamo il genoma. Fino al marzo scorso. Perché tanto entusiamo?

 Dalla mappatura del riso o del frumento ci attendiamo colture più resistenti e produttive. Dal genoma del topo o del maiale speriamo di ricavare farmaci migliori e organi di ricambio. Il gorilla e l'orango, in questo senso, non ci servono a molto. E allora? Perché tanto interesse? Semplicemente perché leggere il libro della vita dei nostri parenti più stretti ci racconta cosa ci ha portato su questo mondo, e perché abbiamo avuto questo straordinario successo.

Confrontarci con le specie dei primati affini, da cui la nostra specie, l'uomo, si è separata solo pochi istanti evolutivi fa, ci serve, insomma, per capire chi siamo: qual è la nostra storia naturale; che cosa ci rende unici per linguaggio, intelligenza, cultura, tecnologia. E anche fino a che punto lo siamo davvero.«Lo scimpanzé è stato un grande inizio. Ma i genomi degli altri nostri parenti riveleranno molto di più», commentava "Nature" nel 2005. Il perché è presto detto: se troviamo una differenza tra noi e il più simile dei nostri cugini, sarà una novità scaturita nella nostra evoluzione o nella loro?

Per saperlo occorrono altri termini di confronto. E per questo gli scienziati dello zoo di San Diego, un team internazionale guidato da Aylwyn Scally del Wellcome Trust Sanger Institute britannico, nel 2008 è andato a cercare Kamilah, una gorilla di 35 anni e 136 chili. E ha estratto il suo Dna. Quattro anni dopo, le sue sequenze compaiono su "Nature". E se per certi versi ci chiariscono le idee, per altri sparigliano un po' le carte.
gorilla uomo scheletri
UGUALI, ANZI NO. Cominciamo col dire che, confrontando tutti e quattro i genomi, si scopre che l'uomo differisce dallo scimpanzé per l'1,37 per cento del genoma, dal gorilla per l'1,75 e dall'orango per il 3,4. E questo cosa vuol dire?

«Innanzitutto», spiega Mariano Rocchi, che con Nicoletta Archidiacono e altri ricercatori del dipartimento di Biologia dell'Università di Bari ha partecipato al sequenziamento dello scimpanzé e dell'orango, «la sequenza completa conferma che siamo più simili allo scimpanzé che al gorilla». Ma c'è comunque una frazione non piccola, del 15 per cento del genoma, che ci fa assomigliare parecchio anche al gorilla. E questo perché, nella nostra evoluzione c'è stato un bel po' di via vai genetico. Ad esempio perché la nascita di una specie non è un evento netto e le specie appena separatesi continuano a incrociarsi. E poi c'è il fatto che l'uomo si è separato dagli scimpanze dopo essersi separato dai gorilla. Insomma, i geni dei diversi primati si sono rimescolati un bel po' prima che ciascuno prendesse le sembianze che ha ora.Il nostro genoma si dimostra quindi un complesso mosaico di sequenze di varia origine. E lo stesso vale per l'espressione e il funzionamento dei geni, e quindi dell'organismo. «Una parte della nostra fisiologia è più da gorilla che da scimpanzé», commenta Scally: «Nell'aspetto esteriore, l'organo più simile al gorilla è l'orecchio». Geni utili.

Un altro dato interessante è che circa 500 geni in ciascuna delle quattro specie dei grandi primati hanno avuto un'evoluzione accelerata, il che fa pensare che siano particolarmente importanti. Nel gorilla, uno è coinvolto nella produzione di cheratina nella pelle, e probabilmente ha permesso il forte ispessimento cutaneo che consente ai nostri possenti cugini di camminare sulle nocche. Viceversa, una serie di geni per la mobilità degli spermatozoi è molto attiva nell'uomo e ben poco nel gorilla. L'ipotesi è che in quest'ultimo ci sia poca competizione tra gli spermatozoi perché i gruppi sociali formati da più femmine e un solo maschio garantiscono la monogamia. Se è così, per noi umani i geni attestano abitudini ben diverse.

Una differenza meno gradita riguarda le malattie. Kamilah, e altri esemplari da cui si sono ricavate sequenze parziali, sono in perfetta salute pur possedendo alcune varianti geniche che nell'uomo provocano malattie. Le differenze nella fisiologia e nel background genetico che giustificano il differente effetto delle mutazioni sono ignote e sarà interessante approfondirle per capire meglio le malattie, e magari ricavare idee per affrontarle.
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DATAZIONE. A una cosa di certo è servita la lettura del genoma dei quattro grandi primati. Ora sappiamo e con esattezza le date cruciali della nostra evoluzione. Sull'ordine non c'erano dubbi: prima si sono separati gli oranghi, poi il gorilla e infine lo scimpanzé, come attestato dalle somiglianze genetiche. Le date di queste divergenze, però, vedevano in disputa genetisti e paleontologi. I primi misurano i tempi dell'evoluzione in base alle differenze genetiche tra due specie: quante più se ne sono accumulate, tanto più antica dev'essere stata la separazione. Con questo criterio, la divisione tra umani e scimpanzé risalirebbe a 4,5 milioni di anni fa. Ma i fossili mostrano chiare differenze d'aspetto già 6-7 milioni di anni fa.

Scally, ragionando anche sui dati del gorilla, conclude che le stime genetiche vanno corrette per una serie di ragioni. Le generazioni sono diventate man mano più longeve e dunque l'accumulo di mutazioni nel tempo è rallentato; inoltre, come si è detto, le specie appena separatesi continuano a incrociarsi per qualche tempo, riducendo le differenze genetiche. Questo riconcilia i dati genetici e paleontologici: la separazione dei gorilla risale a 10 milioni di anni fa, quella degli scimpanzé a 6 milioni. Ed è una fortuna che l'accordo sia infine giunto, perché il gorilla era l'ultimo tassello di informazione genetica che potevamo aggiungere al puzzle per risolverlo. Unici ma non troppo.

Chi nei genomi cercava le basi della diversità di cui andiamo più fieri, quella intellettiva, per ora resterà deluso. Una disillusione era già venuta dall'orango. Ironicamente, la più sedentaria fra le grandi scimmie ha anche il genoma più pigro, che muta con lentezza a ogni livello, nei geni come nei cromosomi. Proprio ai vivaci riarrangiamenti dei cromosomi era stata attribuita l'evoluzione dell'intelligenza dei primati superiori; ma poiché anche l'orango è intelligente, l'ipotesi salta.
homo sapiens
Col gorilla va ancora peggio. Il confronto con lo scimpanzé mostrava che nell'uomo alcuni geni per l'udito e per lo sviluppo cerebrale si sono evoluti molto in fretta. Naturale immaginare che qui fosse la chiave del linguaggio e della nostra abilità intellettiva. Ma ora si vede che anche nel gorilla questi geni si sono evoluti altrettanto in fretta. «I gorilla non parlano, o se lo fanno sono bravi a nascondercelo», scherza Scally, e l'ipotesi perde dunque credito.

«Un tempo si cercavano geni specifici per lo sviluppo cerebrale umano, ma ormai è chiaro che non ci sono», dice Rocchi. «Quel che cambia è che gli stessi geni sono usati diversamente. Per esempio, abbiamo geni per lo sviluppo cerebrale che, a differenza di gorilla e scimpanzé, restano attivi a lungo dopo la nascita: così possiamo avere un cervello più grande nonostante il bacino femminile non molto più largo, che non permette di partorire una testa troppo cresciuta. E' questo il meccanismo che ci ha permesso di evolverci tanto in pochi milioni di anni». Lavori in corso. Come sempre, la mappatura è solo l'inizio del lavoro.

«La sequenza è un traguardo ma è anche una partenza: per capirne il senso bisogna interpretarla», dice Rocchi: «E ci vorrà molto tempo per capire appieno la nostra unicità».Nel tempo, probabilmente, il confronto tra i genomi ci darà molte delle risposte che cerchiamo. Per ora, altrettanto spesso, smonta le risposte semplicistiche che avevamo azzardato con le poche informazioni disponibili. Come del resto stanno facendo le ultime scoperte sui nostri parenti più immediati, gli australopitechi e le altre specie di Homo.
fonte: L’Espresso

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luglio 23, 2012

Ndrangheta più ricca e arrogante grazie al controllo del commercio di cocaina.
ndranghetta"Oggi la 'ndrangheta e' più arrogante di vent'anni fa perché è più ricca proprio grazie al controllo del commercio di cocaina".
A dirlo è stato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, intervenendo alla serata di apertura di TabulaRasa 2012, il contest estivo organizzato da strill.it giunto alla terza edizione e che quest'anno si tiene quest'anno in diversi centri della provincia reggina e che ha riscosso un grande successo.
Il tema dei soldi è stato il filo conduttore della prima serata che ha visto sul palco, in una piazza Italia gremitissima di persone insieme ai direttori Giusva Branca e Raffaele Mortelliti, l'intervento di Gratteri. "In alcuni luoghi - ha detto il magistrato - la 'ndrangheta ha comprato tutto cio' che era in vendita, è molto presente in tanti paesi europei e nordamericani, soprattutto nei settori dell'edilizia, ristorazione e crediti bancari.
ndrangheta
Le mafie non sono un corpo estraneo alla società la 'ndrangheta e' qui tra di noi, esiste perché ha il consenso popolare. Ed anche la pubblica amministrazione è piena di 'ndrangheta. I capi mafia non stanno piu' sulle montagne". "Nonostante tutti gli sforzi che facciamo - ha proseguito Gratteri - riusciamo appena a pareggiare la partita.

Non voglio scoraggiare la gente ma con questo sistema giudiziario e con questo sistema scolastico non sconfiggeremo mai le mafie. E' necessario riformare il codice penale. Con un sistema giudiziario migliore potremmo abbattere le mafie dell'80% nel giro di 5 anni".

Alla fine, "stuzzicato" da un paio di domande, Gratteri ha ammesso: "Si, alcuni miei colleghi sono invidiosi della mia popolarità e del fatto che io sia richiesto in convegni e televisioni, ma io delle mie ferie faccio ciò che voglio e, soprattutto, vado ovunque gratis. Qualcuno, invece, si aspetta il cachet per salire su palchi come questo".
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Con il termine 'ndràngheta si indica la criminalità organizzata di origine calabrese. La 'ndrangheta si è sviluppata a partire da organizzazioni criminali operanti nella provincia di Reggio Calabria, dove oggi è fortemente radicata, anche se il potere mafioso è in forte espansione nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro, Crotone e Cosenza. Dagli anni cinquanta, in contemporanea all'emigrazione meridionale ha iniziato ad operare anche nel nord Italia ed è con i sequestri di persona che negli anni settanta i media le danno attenzione sotto il nome di "anonima sequestri". Già negli anni ottanta furono in grado di mettere in piedi un traffico di droga in tre continenti, il cosiddetto Siderno Group: dal Canada all'Australia, dal Sud America all'Italia. Negli ultimi 20 anni l'organizzazione ha continuato consolidandosi in Italia e all'estero replicando la sua struttura e infiltrandosi nelle istituzioni e nel tessuto economico dei paesi; stabilendo contatti permanenti con i narcotrafficanti sud americani, instaurando nuovi contatti con i cartelli messicani e creando nuove rotte della droga passando per l'Africa occidentale. Oggi la 'ndrangheta è considerata la più pericolosa organizzazione criminale in Italia,in Europa e al mondo, con una diffusione della presenza anche all'estero (dal Canada all'Australia e nei paesi europei meta dell'emigrazione calabrese). Secondo le forze dell'ordine, in Calabria sono attualmente operanti circa 155 famiglie (definite 'ndrine o cosche) che affiliano circa 6.000 persone dedite ad attività criminali, legate quasi sempre tra loro da vincoli familiari. In un paese o quartiere di città più 'ndrine aprono la locale, struttura che organizza la gestione malavitosa del territorio. I locali creati al di fuori della Calabria spesso dipendono dal Locale del paese d'origine dei membri. Fino agli anni ottanta l'organizzazione era struttura in modo orizzontale, dove ogni locale aveva la sua zona di competenza, evitando faide tra le 'ndrine per il predominio sulla loro locale, e non hanno impedito ben due guerre di 'ndrangheta tra gli anni settanta e ottanta nate da alleanze a catena tra le 'ndrine che coinvolgevano anche più di una sola locale. Dagli anni novanta, quindi, nascono delle sovrastrutture per dirimere questioni tra le 'ndrine per evitare le faide, e per dare cariche di alto livello, prima inesistenti agli affiliati. In Calabria ci sono 3 mandamenti che dividono la provincia di Reggio Calabria in mandamento Ionico, Piana e Città i quali fanno riferimento al Crimine di Polsi. A quest'ultimo fanno riferimento anche le camere di controllo della Lombardia e della Liguria, il Crimine australiano e di Toronto, organismi analoghi ai mandamenti calabresi. All'interno delle famiglie vi è una struttura gerarchica basata in gradi dette doti, al primo grado stanno i picciotti, poi i camorristi e infine gli sgarristi e rappresentano la cosiddetta società minore. Il capo-locale ha la dote di sgarro. Negli anni settanta furono create nuove doti di livello superiore: la Santa e il Vangelo e successivamente altre ancora le quali formano la società maggiore e di cui oggi tutti i capo-locali possiedono. Analogamente alle altre mafie italiane all'interno sono presenti rigidi riti di affiliazione, riti di dote, codici comportamentali tra gli affiliati e durante le riunioni cui tutti sono tenuti a rispettare e caso unico nel panorama italiano in uso ancora oggi. Regole e formule che non sono cambiate dalla fine dell'Ottocento o che al più né sono state aggiunte di nuove in funzione delle nuove doti create. Nella regione Calabria la 'ndrangheta svolge un profondo condizionamento sociale fondato sia sulla forza delle armi che sul ruolo economico attualmente raggiunto attraverso il riciclaggio del denaro sporco. Attività questa, che le ha permesso di controllare ampi settori dell'economia dall'impresa al commercio e all'agricoltura, spesso con una forte connivenza di aree della pubblica amministrazione a livello locale e regionale di tutti gli schieramenti politici. La sua attività principale è il narcotraffico, seguita dalla partecipazione in appalti, condizionamento del voto elettorale, estorsione, usura, traffico di armi, gioco d'azzardo, traffico di esseri umani, e smaltimento di rifiuti tossici e radioattivi. Secondo il rapporto Eurispes 2008 ha un giro d'affari di 44 miliardi di euro annui. 
fonte: Wikipedia
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luglio 16, 2012

La Calabria, terra di MaliNati tra silenzio e oscurità, un ritratto duro e crudo della giovane scrittrice Angela Bubba.
calabria_malinatiLa giovane scrittrice Angela Bubba fa un ritratto duro e crudo della sua terra nel suo nuovo romanzo edito da Bompiani.
Da un episodio grave e violento alla voglia di raccontarlo e di farne un libro il passo è stato breve. O quasi. “Ci sono voluti due anni per scriverlo, ma ho sentito il bisogno di farlo.
Dopo la rivolta di Rosarno nel 2010, quando centinaia di immigrati al colmo della disperazione per i livelli disumani di sfruttamento hanno messo a ferro e fuoco l’intero paese, decisi di mandare una mail al mio editor, perché avevo voglia di raccontare la storia. Iniziai subito, ma poi non me la sentii di parlare solo di quel fatto, capii che poteva essere il filo conduttore di quello che poi sarebbe diventato il mio nuovo romanzo”.

Chi parla é la scrittrice Angela BUBBA che quei posti e quella situazione in cui versa la Calabria conosce davvero bene essendo nata ventitre anni fa a Mesoraca, in provincia di Crotone. La incontriamo a Roma dove é venuta per presentare MALINATI, il suo nuovo romanzo edito da BOMPIANI (pagine 384, 17 euro). Un libro diviso in capitoli con titoli che incuriosiscono e che invitano alla lettura (come Oltretragedia e Occhi che non si chiudono) come lo stesso titolo del libro, MALINATI appunto. “Non riuscivo a trovare un nome che potesse contenere questi argomenti e alla fine l’ho sognato.

Non é nè italiano nè dialettale, si tratta di una nascita e non di una morte, la storia e le vicende di persone nate malamente che dovranno lottare per andare avanti e per liberarsi di quella parola, il male, e poter finalmente migliorare”, ci spiega. Al centro del romanzo c’è la sua regione, la Calabria, ed i suoi (molteplici) problemi.

Il paese della ‘ndrangheta e della solitudine, il paese delle arance di sangue e dei corpi dimenticati, quello dei badanti e dei raccoglitori stranieri, degli ospedali assassini (tutti ricordano l’episodio di Federica Monteleone, una sedicenne ricoverata nell’ospedale di Vibo Valentia per un’appendicite e morta per cause assurde dopo un breve coma, il 26 gennaio 2007) e dello Stato invisibile (i già citati fatti di Rosarno e le vicende mafiose di una fabbrica, la Seteco di Marcellinara, a due passi da Catanzaro, che pur essendo chiusa da un pezzo ha continuato a sprigionare fumi tossici e ad avvelenare la gente del luogo).
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“E’ una Regione difficile, orba, ricca di silenzio ed oscurità in cui é molto difficile penetrare e dove cresce ogni giorno la cultura della ‘lagna’, della lamentela”, ci spiega Bubba, “ma il fatto è che nessuno lì ha capacità reattive e finisce con il rimanere una lamentela fine a se stessa, senza miglioramento”. E’ la terra “che non ha più miti e che non ha più le parole”, come si legge nella seconda di copertina del libro poco amato in Calabria come la stessa autrice. “I calabresi sono permalosi e non accettano critiche. Quando si fa qualcosa di diverso e si lavano i panni fuori dalla Calabria, reagiscono così, con il rifiuto.

Basti pensare che tra i commenti negativi al libro sul blog, ben sessanta sono di calabresi”, tiene a precisare. In MALINATI la Bubba non fa né giornalismo né patologia, ma si limita a raccontare la (triste e difficile) realtà senza morale, con uno sguardo pulito e netto. Il libro é sicuramente da  leggere, é duro e crudo e con personaggi che in un contesto difficile esprimono la loro forza.

Del resto, come ha detto la madre di Federica Monteleone, “se in Calabria non c’è disperazione, non c’è forza”, frase che ha illuminato l’autrice e che fa riflettere e che – speriamo – sia di stimolo a reagire per molti. Giuseppe Fantasia
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luglio 12, 2012

Spending review: l'Abc in 65 voci, dagli acquisti della Pa alle università, tutti i tagli spiegati dalla A alla Z.
Tutti i tagli spiegati dalla A alla Z. Con gli interventi varati con la spending review il risparmio per lo Stato sarà di 4,5 miliardi per il 2012, di 10,5 miliardi per il 2013 e di 11 miliardi per il 2014.

Con revisione della spesa pubblica, in inglese spending review, si intende quel processo diretto a migliorare l'efficienza e l'efficacia della macchina statale nella gestione della spesa pubblica attraverso la sistematica analisi e valutazione delle strutture organizzative, delle procedure di decisione e di attuazione, dei singoli atti all’interno dei programmi, dei risultati. Analizza più il come che il quanto.

Significa che i capitoli di spesa di uno o più ministeri vengono passati al vaglio per vedere cosa può essere tagliato, per scoprire se ci sono sprechi o casi di inefficienza. La revisione della spesa pubblica investe anche gli acquisti delle amministrazioni. Principio dell'operazione dovrebbe essere quello di identificare spese che non contribuiscono a raggiungere gli obiettivi che sono stati affidati alle diverse amministrazioni o che li raggiungono solo in maniera inefficiente, a fronte di spese molto più alte del necessario


  • Acquisti della Pubblica amministrazione, albo delle centrali di committenza.
Il Commissario straordinario Bondi istituirà, tramite Consip, un albo delle varie centrali di committenza che riceva notizia in tempo reale dell'avvenuta stipula dei contratti stipulati dalle stesse centrali di committenza. Consip provvederà a pubblicare i dati relativi a contratti e convenzioni,

  • Acquisti della Pubblica amministrazione, contratti nulli senza Consip.
Nullità dei contratti che non siano stati stipulati attraverso gli strumenti di acquisto messi a disposizione da Consip. Sonofatti salvi i contratti stipulati tramite diverse centrali di committenza, se questi prevedono condizioni più favorevoli per le Amministrazioni pubbliche.


  • Acquisti della Pubblica amministrazione, diritto di recesso.
Nei contratti in essere stipulati viene inserita ex lege una clausola che attribuisce alle amministrazioni il diritto di recesso, qualora le imprese non adeguino il contenuto delle prestazioni ancora da effettuare alle migliori condizioni previste in convenzioni Consip successive alla stipula dei contratti. Il mancato esercizio del diritto di recesso è comunicato dalla Amministrazione alla Corte dei Conti al fine del controllo successivo sulla gestione del bilancio e del patrimonio. Introdotto un meccanismo di riduzione delle condizioni economiche in favore delle amministrazioni che fanno ricorso alle convenzioni-quadro Consip e delle centrali di committenza regionali.


  • Acquisti della Pubblica amministrazione, obblighi per determinati beni e servizi.
Con riferimento a determinate categorie di beni e di servizi – per il momento energia elettrica, gas, carburanti - rete ed extra-rete, combustibili per riscaldamento e telefonia - fissa e mobile – viene stabilito l'obbligo assoluto per le pubbliche amministrazioni di acquistare attraverso gli strumenti di acquisto e di negoziazione messi a disposizione da Consip o dalle centrali di committenza regionali. I contratti stipulati in violazione della regola sono nulli e costituiscono illecito disciplinare e sono causa di reponsabilità amministrativa.


  • Acquisti della Pubblica amministrazione, regole in attesa della convenzione.
Le amministrazioni pubbliche possono effettuare acquisti autonomi esclusivamente per la durata e la misura strettamente necessarie, in attesa della stipula della convenzione messa a disposizione dalla Consip e dalle centrali di committenza regionali.
  • Acquisti piccoli Comuni.
I piccoli comuni potranno, in alternativa all'obbligo di costituire una centrale di committenza, utilizzare gli strumenti elettronici di acquisto gestiti da Consip o da altra centrale di committenza.



  • Affidamenti diretti.
Dal 1° gennaio 2014 l'affidamento diretto può avvenire solo a favore di società a capitale interamente pubblico nel rispetto della normativa comunitaria per la gestione in house, a condizione che il valore economico del servizio o dei beni oggetto di affidamento sia pari o inferiore a 200mila euro annui.

  • Affitti della Pubblica amministrazione, no agli aggiornamenti Istat per tre anni.
Per il triennio 2012-2014 non si applica l'aggiornamento all'indice Istat del canone dovuto da tutte le amministrazioni pubbliche (comprese le Regioni, gli enti locali, gli enti pubblici e le autorità indipendenti) per l'utilizzo in locazione passiva di immobili per finalità istituzionali. Prevista la facoltà del locatore di recedere dal contratto.

  • Affitti della Pubblica amministrazione, rinegoziazione.
Avvio della rinegoziazione delle locazioni passive di immobili a uso uffici di proprietà di terzi (di norma almeno un anno prima della loro scadenza) con l'obiettivo di giungere alla riduzione del 15% dei canoni. La rinegoziazione presuppone la permanenza delle esigenze allocative all'esito dei piani di riorganizzazione delle strutture amministrative previsti dalle norme vigenti e la presenza di adeguate disponibilità finanziarie.

  • Appalti di beni e servizi, rispetto del Codice.
Per evitare distorsioni della concorrenza e del mercato e assicurare la parità degli operatori nel territorio nazionale, dal 1° gennaio 2014 le pubbliche amministrazioni devono acquisire sul mercato di beni e servizi mediante le procedure concorrenziali previste dal codice appalti.

  • Archivi delle amministrazioni statali, riduzione degli spazi.
Riduzione degli spazi destinati agli archivi delle amministrazioni statali. Le amministrazioni dovranno procedere, entro il 31 dicembre di ogni anno, allo scarto di atti di archivio e comunicano annualmente all'Agenzia del demanio gli spazi resi disponibili.

  • Arcus spa, soppressione.
Soppressione della società Arcus spa, società vigilata dal Mibac e dal Mit, che si occupa della promozione di iniziative legate ai beni culturali e al mondo dello spettacolo. Le attività finora svolte dalla società saranno eseguite dalle competenti strutture del ministero dei Beni culturali.

  • Associazione Luzzatti, soppressione.
Soppressione immediata dell'Associazione italiana studi cooperativi Luigi Luzzatti, ente strumentale del ministero dello Sviluppo economico – che dunque ne assorbe le competenze – per promuovere la cultura cooperativa.


  • Auto blu, arrivano nuovi tagli.
A partire dal 2013 per il parco auro della Pubblica amministrazione arriva un limite pari al 50% della spesa sostenuta per il 2011 da applicarsi all'acquisto, manutenzione, noleggio ed esercizio di autovetture, oltre che all'acquisto di buoni taxi. Il limite può essere derogato, per il solo 2013, esclusivamente per i contratti pluriennali già in essere. Eccezioni sono previste, poi, per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco e per i servizi istituzionali di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. I contratti di locazione o noleggio in corso possono essere ceduti alle Forze di polizia e gli autisti assegnati a differenti mansioni o, qualora provenienti da altra amministrazione, restituiti all'amministrazione di appartenenza.


  • Autorità portuali, intervento sui compensi.
Il secondo decreto legge sulla spending review prevede la riduzione dei compensi degli organi delle Autorità portuali.
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luglio 08, 2012

Banditi dell'arte, un viaggio nei meandri della mente umana.
Halle St PIerre affiche banditti sans logoUn viaggio nei meandri della mente umana che riesce a dare corpo e forma a opere di una bellezza e potenza sorprendenti: è questo il sentimento che suscita Banditi dell'arte, la mostra curata da Martine Lusanrdy e Gustavo Giocosa dedicata alla creazione artistica di malati di mente ed emarginati italiani del XX e XXI secolo.

Visitabile alla Halle Saint-Pierre a Parigi fino al 6 gennaio 2013 l'esposizione vuole valorizzare le espressioni d'arte meno convenzionali e riconosciute.

Accanto ad autori già conosciuti come Carlo Zinelli sono esposte opere che fanno parte delle collezioni storiche del Museo Antropologico ed Etnografico di Torino e della raccolta psichiatrica dell'Ospedale San Lazzaro di Reggio Emilia.

Molto spazio è riservato inoltre alla produzione più contemporanea degli 'atelier protetti' come Blu Cammello a Livorno, La Tinaia a Firenze o La Manica Lunga presso Cremona.

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luglio 07, 2012

Internet oscurato da un virus, lunedì il rischio Apocalisse. Ecco come verificare se siete stati contagiati.
virus_internet_apocalissePc con Windows, ma anche Mac, tablet, smartphone. Se il vostro computer è stato colpito potrete avere una brutta sorpresa: il web non esisterà più. Anche per colpa dell'Fbi. Ecco come verificare se siete stati contagiati.

L'Apocalisse non può più attendere. A partire dalle prime luci di lunedì, centinaia di migliaia di computer di tutto il mondo sono a rischio infezione. Addio Internet: chiunque cercherà di avventurarsi sui siti più famosi di tutto il mondo, da Facebook ad Apple, passando per gli indirizzi perfino dell'Fbi, sarà sbattuto fuori dal world wide web. Www non più: fuori.
E la cosa incredibile è che a sbatterci fuori sarà proprio l'Fbi: e per giunta per conto del tribunale di New York.

Sembra la trama di un cyberthriller e invece è realtà. E stavolta neppure la sempre più grande tribù dei Macdotati potrà ritenersi al sicuro. I computer Apple, si sa, sono molto meno esposti dei cugini rivali che girano su Windows agli attacchi dei pirati. E invece stavolta il virus è pronto colpire non solo i pc Windows e i computer della Mela ma perfino gli iPad, gli iPhone e i tablet di tutti i tipi.
La ragione è semplice: il malware ha già preso possesso dei computer infettati e scatterà appena i pc o i tablet tenteranno di collegarsi al web, agendo sull'indirizzo Dns, quello cioè che ci consente di indirizzarci per le autostrade del web.

Ma come si è arrivati fin qui? E perché dagli Usa all'Europa nessuno può dormire tranquillo? Il Lunedì Nero dei computer arriva da lontano. È il novembre scorso quando l'Fbi annuncia di aver sgominato una pericolossima centrale di hacker che opera dalla Russia agli Stati Uniti, passando per l'Europa. I banditi sono riusciti a impossessassarsi di oltre quattro milioni di computer in tutto il mondo, mettendo su un'associazione criminale da 14 milioni di dollari.
 Non si tratta però di un 'semplice' virus che si attacca ai nostri pc trasformandoli in tanti bot, strumenti di una botnet, quella rete appunto di computer infettati che viene orchestrata dai delinquenti web per dirottarli su siti particolari o succhiare informazioni (e denaro).

In questo caso il malware viene chiamato DnsChanger perché cambia appunto l'indirizzo Dns: in pratica il computer colpito naviga su un Internet parallelo disegnato dagli hacker in cui i siti non sono quello che appaiono. Cerchi un prodotto Apple? Vieni rimandato su un sito pirata. Vuoi scaricare un film da Netflix? Idem.
Quando scatta l'operazione antihacker l'Fbi è costretta così a 'ricostruire' il mondo Internet dei computer infetti mettendo in piedi una serie di server alternativi che impediscono ai pc colpiti di navigare sul web pirata. Naturalmente si tratta di una misura temporanea: decisa appunto dal tribunale di New York perché da qui parte l'operazione anti-pirateria. La misura temporanea finisce però proprio questo lunedì: 9 luglio. Da questo momento in poi, insomma, i nostri computer non saranno più protetti: ma visto che i siti pirata sono già stati bloccati, la conseguenza sarà il blocco totale di Internet. Non riusciremo più a collegarci. Black Out. Buio completo. Che fare?
 Negli Stati Uniti le grandi compagnie come At&T hanno già preannunciato di aver predisposto server di emergenza per ridirigere il traffico dei computer colpiti. E da Facebook a Google si è pure scatenata una campagna di sensibilizzazione. Basta un semplice test su un sito predisposto per l'occasione, www.dcwg.org 1 (la cui pagina italiana è curata da Telecom ed è raggiungibile a quest'indirizzo 2), per scoprire se il pc o il Mac è infetto o meno. Se il sito si illumina di verde vuol dire che il computer è pulito. Altrimenti...

Per la verità gli esperti giurano che in rete sono disponibili una serie di tool e software che permettono di ripulire il computer infetto. Ma nessuno sa ancora calcolare con esattezza quanti pc potranno essere colpiti dal blackout. Una stima della rivista specializzata PcWorld parla di 275mila computer ancora infetti in tutto il mondo. Solo 45mila sarebbero quelli a rischio negli Usa. Il che per noi è naturalmente una brutta notizia: perché molto più pericolosa sarebbe quindi la situazione dall'Asia all'Europa.

Certo, insistono gli esperti, poche centinaia di migliaia di computer sono nulla rispetto ai milioni colpiti da Zeus, SpyEye e gli altri virus in giro per il mondo. E certo: saranno anche nulla. Ma sai che sorpresa se lunedì accendi il computer e scopri che l'Apocalisse si è scatenata proprio sulla tua nullità?

Techweb ha stilato la classifica dei 10 virus più pericolosi e dannosi della storia del web. 

Tutto iniziò nel 1998 con Cih. Internet era ancora molto giovane e da Taiwan cominciò a propagarsi questo virus capace di sovrascrivere file e cancellare il Bios del computer infettato.

 L'anno successivo arrivò Melissa e il suo cuoricino: il 20% dei PC di tutto il mondo vennero danneggiati. 

Poi fu "Iloveyou", una delle infezioni informatiche più disastrose di sempre: danni per 10 miliardi di dollari. 

Agli inizi del XXI secolo "Code red" e "Sql Slammer" fecero stragi di computer, basti pensare che solo "Slammer" è stato capace di infettare 500.000 macchine in mezza giornata. 

Nel 2003 arrivarono "Blaster" e "Sobig.F" entrambi velocissimi e dannosi. 

I più recenti sono "Bagle", "MyDoom" e "Sasser" che con le loro numerose varianti creano problemi a tutt'oggi mettendo a rischio i dati personali dell'utente e favorendo anche la pratica di attacchi denial of service.  

fonte: La Repubblica
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Emporium freaks, design da brivido, dove il dark è eletto a simbolo d'arredamento.
emporium freaks1Anche il design ha la sua autarchia. Freak, clown, giocolieri, grilli cantanti, creature gotiche, vamp tatuate: è tutto parte di un circo (artistico) messo in piedi da Doktor A., Skeleton Heart e Seymour, che invadono l'estate style con il loro pazzo, pazzo Emporium.

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I designer, influenzati dall'old-fashion e dalle illustrazioni di Tim Burton, piantano l'albero del bizzarro e ne fanno un articolo di consumo domestico.

Il motto è questo: Ogni casa deve sfoggiare il suo oggetto creepy cute (spaventosamente carino).
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fonte: L’Espresso
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