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settembre 04, 2010

Fumare cannabis attenua il dolore cronico. Effetti positivi anche nella riduzione dell'ansia e nella qualità del sonno.

Nei pazienti colpiti da dolore neuropatico cronico, il fumo di cannabis ha un effetto analgesico, oltre a migliorare l’umore e il sonno. È questa la conclusione di un studio randomizzato i cui risultati sono ora pubblicati sulla rivista Canadian Medical Association Journal.

Il dolore neuropatico cronico è determinato da una disfunzione nella trasmissione dei segnali nervosi ai centri cerebrali del dolore, in seguito a un trauma o a un’operazione chirurgica. Per questa condizione sono attualmente disponibili ben poche opzioni terapeutiche, tra cui la somministrazione di oppiodi, anticonvulsivanti, antidepressivi e anestetici locali. Questi trattamenti hanno tuttavia un'efficacia variabile da soggetto a soggetto; inoltre non sono privi di effetti collaterali e possono dare problemi di compliance da parte del paziente.

Un gruppo di ricercatori del McGill University Health Centre (MUHC) ha condotto un trial controllato e randomizzato per analizzare l’effetto analgesico della cannabis inalata in 21 soggetti di età maggiore di 18 anni affetti da dolore neuropatico cronico con differenti livelli di principio attivo (THC, rispettivamente, al 2,5, 6 e 9,4 per cento), controllati rispetto a un gruppo placebo.

I pazienti del gruppo di trattamento hanno riscontrato un miglioramento della qualità del sonno in misura proporzionale alla dose di THC assunta, mentre il dosaggio più alto è risultato correlato con una diminuzione dell’ansia e della depressione rispetto al gruppo placebo.

“Abbiamo riscontrato che 25 mg di cannabis al 9,4 per cento di THC assunti in una singola inalazione tre volte al giorno sono in grado di ridurre in modo significativo l’intensità del dolore rispetto al placebo in soggetti adulti con dolore neuropatico cronico post-traumatico o postoperatorio”, ha commentato Mark Ware, direttore dell’Unità per il trattamento del dolore del MUHC. “Abbiamo anche riscontrato miglioramenti significativi nei test che misurano la qualità del sonno e il livello di ansia.”

"Per quanto ne sappiamo, è questo il primo trial clinico su cannabis fumata da pazienti non ricoverati”, sottolineano gli autori. “chiaramente, occorreranno ulteriori studi su popolazioni più estese e sulla sicurezza del trattamento a lungo termine”.



Da Wikipedia:

La
canapa (Cannabis, L. 1753) è una pianta a fiore (angiosperma) che, come il luppolo (Humulus lupulus), appartiene alla famiglia delle Cannabaceae, dette anche Cannabinacee, ordine delle Urticales.


Prove dell'utilizzo della cannabis si hanno fin dai tempi del Neolitico, come dimostrato dal ritrovamento di alcuni semi fossilizzati in una grotta in Romania. I più famosi fumatori di cannabis dell'antichità furono gli Hindu di India e Nepal e gli Hashashin, presenti in Siria, dai quali prese il nome l'Hashish .

La cannabis fu anche utilizzata dagli Assiri, che ne appresero le proprietà psicoattive dagli Arii e grazie ad essi, fu fatta conoscere ed utilizzare anche a Sciiti e Traci, che se ne servirono anche per riti religiosi . Nel 2003 fu ritrovata in Cina una borsa di pelle contenente alcune tracce di Cannabis e semi risalenti a 2500 anni fa.

Ganja è il termine in antica lingua sanscrita per la Cannabis, attualmente associato soprattutto alla cultura creolo-giamaicana, che utilizza questo termine per indicare la marijuana, ritenuta dai Rastafariani importante per la meditazione e la preghiera .

Tale interpretazione ha trovato conferme negli studi dell'antropologa Sula Benet che nella bibbia ha trovato riferimenti ad un uso sacrale della cannabis laddove si parla di kaneh bosm.

In Europa l'uso della Cannabis come sostanza psicoattiva è abbastanza recente, probabilmente dovuto al fatto che in Europa si diffuse maggiormente la specie Cannabis sativa mentre la Cannabis indica, più ricca di principi attivi stupefacenti, è entrata in Europa molto più tardi nell'Ottocento, probabilmente grazie a Napoleone, interessato a questa pianta per alleviare il dolore e per i suoi effetti sedativi.





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